VITTORIO VENETO - In questi giorni si parla molto di manovra finanziaria, di saldi di bilancio e di lavoro. L’attenzione in quest’ultimo versante è molto alta. Ci si chiede se le Politiche del Lavoro rimarranno quelle in essere o se ci saranno novità all’ultimo momento, che possano ritardare la tanto anelata pensione per chi ha una vita di lavoro alle spalle.

Nel contempo ci si pone la domanda se effettivamente ci saranno i tanto attesi risparmi della spesa pubblica e quali benefici ne potranno trarre le comunità Per capirne di più ne abbiamo parlato con un autorevole rappresentante istituzionale della politica, il vittoriese Maurizio Castro, capogruppo della Commissione Lavoro e Previdenza al Senato.

Senatore Castro, Lei è relatore in Senato della manovra finanziaria alle Commissioni Lavoro e Politiche europee; che giudizio ne dà? «Si recuperano 25 miliardi di euro, agendo soprattutto sulla riduzione della spesa pubblica improduttiva. In particolare, si blocca la dinamica retributiva dei dipendenti pubblici che nell'ultimo decennio aveva marciato quasi a velocità doppia di quella del settore privato. E' un provvedimento equo, visto che nella Pubblica Amministrazione non si rischia il posto e la produttività media è assai inferiore. Nel contempo, per premiare le aziende più dinamiche e la collaborazione sindacale, sono previsti incentivi fiscali e contributivi per i premi variabili di risultato».

Novità in campo pensionistico? «Si accelera l'adeguamento dell'età pensionabile alla vita media; si equipara nel settore pubblico l'età del pensionamento di uomini e donne obbedendo all'Europa; si restringono le finestre per il pensionamento effettivo senza cambiare i requisiti per la sua maturazione. Non abbiamo voluto cambiare un'altra volta il sistema previdenziale: in tempi di crisi, servono certezze per progettare il futuro».

Risparmi di spesa anche a Roma o solo nelle Regioni? «Il Ministero del Lavoro per esempio chiude un terzo dei suoi enti, facendo efficienza e migliorando il presidio nella sicurezza del lavoro costituendo un'unica "agenzia nazionale della prevenzione". Un modello di semplificazione organizzativa e di focalizzazione sulla missione della macchina pubblica da copiare a livello periferico».

R.P.