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28 marzo 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

CEDE LA SUA IDENTITA' IN CAMBIO DI DANARO

Da due anni un cinese intascava parte dello stipendio di un connazionale che si spacciava per lui. La scoperta della polizia in un laboratorio di Segusino

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Segusino/Casier – L’universo cinese è tutto da scoprire. Con un blitz in un’azienda, la polizia ieri ha scoperto quella che potrebbe essere definita una cessione dell’identità in cambio di danaro. Al lavoro gli uomini della Squadra Mobile, della Sezione Anticrimine e della Direzione Provinciale del Lavoro di Treviso.

Il caso è venuto alla luce con i controlli effettuati nella ditta “3S” in via Marconi 12 a Segusino, società specializzata nella profilatura e sbavatura a freddo di motori. L’azienda è gestita da due italiani residenti nel Bellunese di 50 e 43 anni.

La polizia ha fatto un’approfondita ispezione del fabbricato, ci lavoravano sei cinesi. Tra questi, anche quello che ha esibito i documenti di un’altra persona. Forse faceva affidamento sul fatto che, secondo gli occidentali, i cinesi si assomigliano tutti. Ha tirato fuori un permesso di soggiorno ed un passaporto: la sua diversità rispetto alla persona ritratta nelle fotografie sui documenti non è passata inosservata.

Le verifiche hanno portato a scoprire che cosa c’era dietro. Secondo quanto ricostruito, i documenti sono di un altro cinese, di dieci anni più anziano.

Quindi non sono falsi: erano aveva ceduti, in cambio di una parte dello stipendio. Infatti, lo stipendio veniva erogato nel conto corrente del cinese intestatario dei documenti, questi poi lo girava al connazionale che effettivamente lavorava nell’azienda di Segusino.

Al momento di “girare” lo stipendio ne tratteneva una parte per sé. In questo modo, oltre a guadagnare senza fare nulla, riusciva a risultare una persona con un lavoro e quindi con tutto il diritto di farsi rinnovare il permesso di soggiorno.

Il “giochetto” gli è costato una denuncia per favoreggiamento di permanenza di un’irregolare in Italia. Il connazionale trovato dalla polizia in azienda, Xia Jieshen, 30 anni, è stato invece arrestato per aver fornito false generalità. La scambio di identità andava avanti da circa due anni.

Ieri è stato controllato anche un laboratorio a gestione cinese in via Dell’Industria a Casier. Si tratta della “Confenzioni Xinda”. Tra i sedici cinesi presenti, tre sono stati denunciati perché non erano in regola con i documenti.

Matteo Ceron

Le immagini sono fotogrammi di un video girato dalla polizia durante i controlli di ieri

 


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