SARMEDE - Centinaia di leghisti si sono riuniti ieri all'Auditorium di Sarmede. Per ascoltare le parole di Flavio Tosi, sindaco di Verona, e  dell'ex ministro Roberto Maroni. Presenti anche Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso, e Giorgio Granello, segretario provinciale. Sguardi attenti tra i simpatizzanti del Carroccio. Fieri di parlare la stessa lingua.

"Noi parliamo la lingua della Lega, della riorganizzazione interna, del rilancio della Lega e dei contenuti". Roberto Maroni risponde così al segretario del Pdl Angelino Alfano su possibili future alleanze. Eventuali alleanze su cui non pronuncia parola, sostenendo che "In questi congressi, ma soprattutto in quello federale, parliamo di contenuti, di cosa vogliamo fare, quali sono le nuove parole d'ordine, i cavalli di battaglia, le strategie".

Da sinistra, Giorgio Granello, Leonardo Muraro, Roberto Maroni, Flavio Tosi

L'importante, insomma, è  il futuro della Lega. E il futuro segretario. In corsa per il posto c'è Flavio Tosi, che ha sottolineato il fatto che il segretario sarà eletto esclusivamente dal congresso. Rispondendo al suo "avversario" Massimo Bitonci che ha criticato la presenza dell'ex ministro Roberto Maroni a Sarmede a sostegno del primo cittadino scaligero.

Maroni si è espresso anche sulle voci riguardanti l'espulsione di Calderoli. E le ha categoricamente smentite. "Il problema per la Lega non sono le espulsioni - ha precisato -. Il problema è recuperare visibilità e azione politica, subito dopo i congressi che decideranno i nuovi gruppi dirigenti e sottolineo gruppi, a guidare i quali non è un ministero. Mi auguro che in Lombardia sia Matteo Salvini e in Veneto Flavio Tosi. In Lombardia non sarò io, mandiamo avanti i giovani".

Maroni ha idipinto una lega guerriera. Ma che combatte su un fronte che sta lontano da Roma. "Il prossimo congresso federale dovrà discutere, perché la porrò io la questione, in che ordine di importanza sia la presenza della Lega a Roma rispetto alla presenza della Lega più intensa sul territorio, modello Csu bavarese, che penso sia un modello da valutare". Per Maroni, "é più importante avere i governatori qui e fare qui le battaglie che non a Roma. A Roma arriverà l'eco delle battaglie. Il fronte si sposta da Roma a qui. Che cosa comporterà questo non lo so, lo deciderà il congresso federale".

Flavio Tosi e Roberto Maroni

Una lega che, per ora, sembra combattere senza alleati. E che non ha comunque paura di rimanere isolata. "Isolati da chi?" ha risposto Maroni alla domanda dei giornalisti "Dal Pdl e dai partiti romani? Meglio. Esattamente quello che vogliamo. Noi - ha osservato l'ex Ministro- dobbiamo recuperare ed aumentare il rapporto di fiducia con gli elettori con quelli che hanno visto per tanti anni nella Lega l'unico difensore dei loro diritti, immagine che ora si è un po' appannata. Dobbiamo disappannarla. Dobbiamo tornare sul territorio. Roma - ha ribadito - è la seconda trincea. La trincea vera è questa, le regioni del nord, le nostre amministrazioni, i nostri sindaci guerrieri. Qui dobbiamo investire e fare sentire la nostra voce".

Tosi, in sintonia con Maroni, in merito alle future alleanze politiche, ha detto che "sarà il congresso del movimento a deciderlo. Molto - ha aggiunto - dipenderà anche da quale sarà la legge elettorale". Secondo Tosi il tema è: "allearsi o non allearsi, esserci o non esserci. Molto - ha ribadito - dipenderà dalla legge elettorale. Sicuramente, ed è quello che mi sento di dire, non farei nessuna alleanza. Assolutamente".

Forti, e sicuri, sono apparsi i  pilastri del Carroccio. Suscitando entusiasmo e applausi tra la platea.

Giorgio Granello e Flavio Tosi