Centri antiviolenza a rischio chiusura
Il Pd interroga la Regione: “Serve intervento urgente prima di settembre”

VENETO - Il Gruppo consiliare del Partito Democratico ha presentato un’interrogazione rivolta all’assessora alle Politiche Sanitarie e Sociali, Manuela Lanzarin, per sollecitare un intervento tempestivo della Regione in merito alla situazione dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio del Veneto. Secondo i consiglieri dem, molte di queste strutture rischiano di chiudere con la scadenza della proroga prevista per settembre 2025, relativa all’adeguamento ai requisiti minimi fissati dall’intesa Stato-Regioni del settembre 2022. “La proroga dell'entrata in vigore dei requisiti minimi per il proseguimento delle attività di Centri antiviolenza e Case rifugio, stabiliti con l'intesa Stato-Regioni del settembre 2022, scade il prossimo settembre. E il rischio di chiusure di molte di queste strutture torna a farsi concreto”.
Tra le criticità segnalate, la più rilevante riguarda l’obbligo per ogni centro di dotarsi di un numero telefonico attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette. “Una condizione che al momento metterebbe fuori gioco metà delle strutture territoriali, indispensabili per garantire protezione alle donne vittime di violenze. Da anni ormai chiediamo risposte certe, per dare garanzie a chi sta accanto alle donne e minori vittime di violenza nel nostro territorio. Dal Ministero però tutto tace e per questo la Regione deve intervenire con decisione per scongiurare le chiusure e dare prospettive stabili a queste essenziali realtà territoriali”. A esprimere particolare preoccupazione è la consigliera Chiara Luisetto, che sottolinea anche i limiti legati ai finanziamenti disponibili e le difficoltà nell’attuazione dei percorsi di formazione nelle scuole.
“Il quadro è allarmante, soprattutto se si considera l'insufficienza dei fondi messi a disposizione che rendono impossibile svolgere in modo adeguato le attività formative in età scolare. Nei mesi scorsi – sottolinea Luisetto – la Giunta, rispondendo alla nostra ennesima sollecitazione, aveva promesso di impegnarsi per ottenere una nuova formulazione dei requisiti, in modo da scongiurare lo sfaldamento del sistema antiviolenza. Ma non si ha ancora notizia di passi in avanti sostanziali”. Il Pd chiede infine alla Regione “se e come intenda attivarsi con urgenza, presso tutte le sedi istituzionali competenti, per arrivare ad una svolta definitiva che permetta il proseguimento delle attività di prevenzione e tutela delle donne vittime di violenza, in maniera capillare e duratura su tutto territorio veneto”.
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