Centro pedonale, manifesti di protesta sulle vetrine, Cà Sugana: "avanti con Urbecom"
I commercianti pronti a dare battaglia, Tonella (Pd): “Abbassiamo i toni e lavoriamo insieme”
| Isabella Loschi |
TREVISO - I commercianti del centro storico proseguono la loro battaglia contro la pedonalizzazione. E nei prossimi giorni la protesta potrebbe diventare concreta con le vetrine dei negozi tappezzate di locandine per spiegare ai cittadini come la gestione delle nuove aree a traffico limitato stanno mettendo in ginocchio il commercio. Se Cà Sugana non dovesse fare marcia indietro sulle chiusure - avvertono i commercianti - sono pronti a manifestare con un corteo di protesta sotto il municipio.
Linea dura dei commercianti di Rivivere Treviso che lunedì sera hanno fatto il punto della situazione durante un incontro che ha visto la partecipazione anche dei dipendenti degli esercizi commerciali.
Intanto ieri a Cà Sugana si è tenuto il primo tavolo tra le 30 associazioni che hanno aderito ad Urbecom, il piano per la rilancio del centro storico, con l’assessore alle Attività Produttive Camolei e il city manager Aldo Pellegrino. Assente l’associazione di commercianti del centro che non ha sottoscritto Urbecom per protesta al progetto di rendere il centro zona a traffico limitato. Ma l’assessore Camolei si è detto “disposto al dialogo con tutti”.
Il capogruppo del Pd ai Trecento, Giovanni Tonella invita ad abbassare i toni tra le parti: “Abbiamo il dovere di ascoltare e interpretare tutte le istanze, in particolare quelle che fotografano una situazione drammatica, originata dalla crisi economica e dalle sbagliate scelte delle vecchie amministrazioni. Mi auguro che non si faccia nessuna manifestazione di protesta ma che si insista fortemente sul dialogo e sulla condivisione dei progetti da porre in essere, sia in termini di progressiva e ponderata pedonalizzazione, sia di rivitalizzazione del centro storico, così drammaticamente in crisi”. “Quelle dei commercianti e dei lavoratori non sono solo preoccupazioni ma i reali problemi che vivono sulla loro pelle quotidianamente, per questa ragione abbiamo il dovere non solo di ascoltare e interpretare tali istanze bensì di pesarle per l’importanza che hanno e ricondurle al progetto intrapreso, che non va abbandonato”.