TREVISO - Nel 2022 sono stati aperti nei tribunali italiani 6.158 nuovi fallimenti, il 30% in meno di quelli aperti nel 2021. Il dato emerge dalla rilevazione di Cherry Sea, osservatorio realizzato dalla startup fintech Cherry, che ha analizzato l'andamento delle procedure nelle sezioni fallimentari di 140 tribunali italiani. Dalla ricerca emerge che al 31 dicembre scorso sono stati definiti 14.153 procedimenti, dato leggermente inferiore (-4%) a quello del 2021 (14.778), mentre lo stock è stato ridotto a 60.555 pendenti, -12% rispetto al dato della fine dell'anno precedente.

Nell'ultimo trimestre 2022, in particolare, sono stati aperti procedimenti per 859 fallimenti, -62% rispetto all'ultimo trimestre 2021 e -72% rispetto al 2019. L'analisi di Cherry Sea prende in esame l'attività delle prime 20 sezioni fallimentari per volume di attività: Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. In questi tribunali al 31 dicembre sono stati aperti complessivamente 3.024 procedimenti e ne sono stati chiusi 6.627, mentre lo stock ammonta a 26.732 procedure. Tra ottobre e dicembre il numero di nuove procedure è di 385, valore inferiore del 67% rispetto a quello del quarto trimestre 2021 e del 75% rispetto al quarto trimestre del 2019. Cala poi nel 2022 il numero di procedure portate a termine, che sono state 1.902 nel quarto trimestre 2022, -5% rispetto al 2021 (2.012) e +2% rispetto al 2019 (1.863). Nei tribunali presi in esame sono diminuite del 33% le nuove pratiche rispetto all'anno precedente (4.448) e del 45% sul 2019 (5.472). Il primo tribunale per nuovi procedimenti si conferma Roma con 640, -27% rispetto al 2021 (878); seguono Milano con 458 (-44%) e Catania con 196 (-23%).

Quanto a procedimenti definiti, il primo è Milano, con 1.287 pratiche, sostanzialmente pari al 2021. Seguono Roma con 812 (+9%) e Bergamo con 384 (-3%). Le sezioni che hanno chiuso meno procedimenti, invece, sono Genova che rimane stabile rispetto al 2021 con 141, Cagliari con 181 (+3%) e Busto Arsizio con 185 (-17%). Per la prima volta negli ultimi quattro anni i 20 tribunali analizzati hanno chiuso più procedimenti di quanti ne siano stati aperti. Per Clearance Rate (il rapporto tra procedimenti definiti e sopravvenuti) il valore più alto è a Treviso (398%), seguito da Busto Arsizio (370%) e Modena (328%). La diminuzione media dello stock di procedure è pari al 13% se comparata al valore di fine 2021. I tribunali che hanno inciso maggiormente sul proprio arretrato sono Bergamo, che lo ha ridotto del 24% rispetto a fine 2021 portandolo a quota 824 pendenti, Modena (22%), Busto Arsizio e Milano (19%). Per quanto riguarda il Disposition Time (DT), ovvero la metrica adottata dalla Commissione europea per l'efficienza della giustizia, interpretabile come il tempo necessario per smaltire i procedimenti pendenti alla fine di un dato anno, attualmente sarebbero necessari mediamente 4,3 anni per smaltire l'arretrato cumulato nei 20 tribunali presi in esame. Al primo posto per velocità si conferma Bergamo (2,2 anni), seguono Modena (2,4 anni) e Milano (2,7 anni). Fanalino di coda Firenze (7,3 anni), Roma (5,9 anni) e Catania (5,6 anni). I tribunali con lo stock più voluminoso risultano essere Roma (4.872), Milano (3.490) e Bari (1.696); per regioni in cima la Lombardia (10.815), il Lazio (8.270) e la Campania (6.314); quelle più "scariche" sono il Molise (305), il Trentino-Alto Adige (553) e la Basilicata (669).