La ciclabile Monaco-Venezia interrotta dalla frana in Fadalto: arrivano i cartelli per le deviazioni
Dopo i disagi ai cicloturisti, il comune corre ai ripari
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – Più di un cicloturista nelle settimane scorse, trovando sbarrata la statale Alemagna a Fadalto a causa della frana, tratto che coincide con la ciclabile Monaco-Venezia, ha dovuto girare la bici e ritornare su sui passi, cambiando tracciato. In pochi erano infatti a conoscenza che esiste il sentiero che costeggia il lago Morto, lato Col Visentin, che permette di bypassare con la bici la zona interessata dalla frana e proseguire quindi la marcia verso Vittorio Veneto.
Nelle ore scorse, per limitare i disagi dovuti al procrastinarsi della chiusura della statale, l’amministrazione comunale di Vittorio Veneto ha provveduto al posizionamento di una segnaletica provvisoria per suggerire ai molti ciclisti che percorrono la Venezia Monaco quale sentiero sia più opportuno utilizzare.
Sul sito dedicato alla ciclabile, percorsa ogni anno da migliaia di turisti, veniva ancora riportata come alternativa il treno da Santa Croce o il sentiero 1044 lato est, che a seguito della frana è stato però chiuso per consentire i lavori di sgombero in sicurezza del materiale. L’unico percorso possibile, rimarcato ora tramite l’apposizione dei cartelli da parte del Comune, prevede il transito sul sentiero 1044 lato ovest del lago Morto. Si tratta di un percorso escursionistico, non prettamente ciclabile, per cui in alcuni tratti è necessario spingere a mano la bici.
«Per mitigare i disagi abbiamo provveduto ad installare cartelli informativi segnalando in loco il percorso alternativo – afferma il sindaco Mirella Balliana -. Inoltre abbiamo provveduto ad informare i gestori del sito ufficiale dedicato al percorso Venezia - Monaco, chiarendo la situazione e chiedendo di apportare le opportune modifiche. Ci auguriamo che si possa tornare al più presto alla normalità, nel frattempo chiediamo a tutti - compreso chi si muove a piedi - di seguire le indicazioni in loco, di rispettare i divieti e di continuare godersi i sentieri della Val Lapisina e del Lago Morto in sicurezza».