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25 aprile 2024

Treviso

Come dev' essere il Presidente?

Parlamentari trevigiani alla vigilia della grande elezione

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Come dev' essere il Presidente?

TREVISO - Dopo settimane di dibattiti sui possibili candidati a succedere alla carica istituzionale più importante prevista dalla Costituzione Italiana, siamo arrivati alla vigilia dell'insediamento dei grandi elettori, chiamati ad eleggere il nuovo Presidente. Dopo la brutta figura che caratterizzò la vigilia della rielezione di Napolitano, è passata molta acqua sotto i ponti, che spinge a guardare con una certa speranza per i prossimi giorni. L' elezione del Presidente della Repubblica è stata un evento tutto particolare nella storia politica dell'Italia, a partire dalla elezione del secondo Presidente Giovanni Gronchi. Il più delle volte coloro che entravano "papabili" sono usciti cardinali, con qualche rara eccezione, come la elezione di Sandro Pertini nel 1978 e, più recentemente, la elezione di Azeglio Ciampi avvenuta immediatamente al primo scrutinio. Neppure i maghi saprebbero cogliere l'arcano che verrà, per cui si è preferito chiedere ai parlamentari trevigiani qualche riflessione alla vigilia della loro responsabilità. Tra i 9, hanno accolto l'invito in cinque. Presentiamo quanto ci hanno inviato senza commento.

 

Simonetta Rubinato, deputata Pd. Non è mai facile, né scontato il percorso per l’elezione del Capo dello Stato: parafrasando Emilio Lussu “è sempre un’avventura scabrosa, in quanto occorre combinare la volontà di pochi con l’accondiscendenza di molti”. Io credo che il Pd abbia un grande responsabilità, sia per il numero di elettori che mette in campo, sia per quanto purtroppo è successo nella precedente elezione. Io credo perciò che dobbiamo 'volare alto' chiedendoci quale tipo di persona serve oggi all'Italia, provata dalla crisi economica, sfiduciata dalla corruzione dilagante, divisa da nuove paure ed egoismi. Serve una persona che abbia il carisma morale e insieme la semplicità per parlare al popolo italiano, per attivarne le qualità ed energie migliori e la speranza che dipende solo da noi la possibilità di costruire insieme un comune destino di libertà, prosperità e giustizia sociale. Direi quindi che c’è bisogno di politica con la “P” maiuscola. Di qualcuno che sappia ricucire laddove la veemenza di Renzi può creare strappi, per assicurare il percorso delle riforme in Parlamento. Un uomo o una donna capace di coprire le spalle anche nelle relazioni con gli altri Paesi europei ad un governo e ad un premier che hanno ancora un forte credito tra gli italiani e che non devono e non possono fallire.

 

Franco Conte, senatore Ncd. Il nuovo Presidente della Repubblica deve essere una persona che sia garante di tutti e non solo di una parte degli italiani, una persona di buonsenso, equilibrata e che possa essere visto con fiducia da tutti gli italiani. Una figura di riconosciuto spessore culturale e con esperienza politica, visto il difficile ruolo di mediazione e di conciliazione di posizioni diverse che dovrà avere. Lo richiede la situazione politica attuale, molto complessa anche per le contraddizioni interne che stanno vivendo alcuni partiti come il PD, Forza Italia ed in parte anche il movimento 5Stelle. Non va dimenticato poi che sono in corso riforme importantissime, da quella di modifica della Costituzione alla legge elettorale, ma anche leggi di “settore”, come quelle relative alla scuola, alle nuove regole sul lavoro, alla riforma della pubblica amministrazione. Sarebbe auspicabile che oltre ad esercitare il suo ruolo istituzionale fosse in grado di diventare punto di riferimento anche morale per tutti gli italiani, contribuendo a far riacquistare credibilità alla politica.

 

Floriana Casellato, deputata Pd. "Anzitutto mi sento ancora di ringraziare Giorgio Napolitano per aver guidato il paese in questi difficili 9 anni, con passione e grande generosità. In una fase delicata per la nostra Repubblica e per il nostro Paese, segnata dalla crisi economica, da momenti di forte smarrimento della credibilità internazionale e da violenti attacchi politici alle istituzioni e alla coesione nazionale, Napolitano ha saputo dare stabilità e visione futura. Ora si apre una fase impegnativa, in cui tutto il Parlamento deve dimostrare responsabilità e civismo nella nomina di un nuovo Presidente che sia all'altezza delle sfide che ci attendono e che sappia spronare la politica italiana, verso il percorso di riforme avviato e che deve necessariamente proseguire e trovare compimento quanto prima. Il Partito Democratico, che ha iniziato le consultazioni anche con le altre forze politiche, cerchi nel dialogo la possibilità di un nome condiviso, ma sappia anche dettare una linea e individuare un soggetto che sia all'altezza del momento storico e delle aspettative del Paese. Personalmente, auspico che il candidato sia un uomo politico e non un tecnico, e che sia un Presidente laico. Non mi dispiace il nome di Walter Veltroni, politico che conosco bene, che stimo, nel quale riconosco le caratteristiche adeguate per ricoprire questa importante carica. Se il PD volesse essere coraggioso e innovatore, appoggerei sicuramente la candidatura di una donna alla Presidenza, credo davvero che i tempi siano maturi per questo passaggio".

 

Patrizia Bisinella, senatrice Lega Nord. "In merito all'elezione del nuovo Capo dello Stato, innanzitutto ci tengo a dire che personalmente avverto tutta la responsabilità di una scelta che investe noi parlamentari come "grandi elettori" secondo il dettato costituzionale. In questo senso, auspico che il prossimo Presidente, per percorso personale, qualità ed attitudini manifestate nella vita pubblica, possa essere davvero percepito dai cittadini come personalità super partes, in grado di garantire i valori democratici e di interpretare al meglio l'unità del Paese. Auspico l’avvento di una personalità capace di sensibilità istituzionale e politica, che possa guidare davvero alla ricucitura della frattura che da troppo tempo si è aperta nel rapporto tra cittadinanza e politica e che arreca danno alla democrazia rappresentativa. Che sia un Presidente conosciuto ed apprezzato anche sul piano internazionale, in grado di tenere testa alle imposizioni d'oltralpe e che sappia difendere la nostra sovranità nazionale. Quello cui si sta assistendo invece, con l'annuncio fatto da Renzi secondo cui il Pd voterà scheda bianca alle prime tre votazioni, dimostra l'incapacità di trovare un'intesa. Il Patto del Nazareno e tutto quello che c'è dietro, non é per eleggere un Presidente della Repubblica super partes, ma é per soddisfare gli interessi degli uni e degli altri, mettendo di mezzo il ruolo del Capo dello Stato. É insomma la solita politica all'italiana da Prima Repubblica. Non mi pare ci siano le condizioni per arrivare ad una scelta condivisa, anche perché se i nomi che si leggono sono quelli di Prodi, di Amato e Veltroni, sicuramente questi non avranno mai i voti della Lega. Io ricordo sempre che l'emergenza del Paese non é la legge elettorale, non è la riforma del Senato, non é il Presidente della Repubblica, ma é la disoccupazione, cresciuta a livelli record, e un'immigrazione incontrollata e scaricata completamente sui territori che ci preoccupa sempre di più. Infine, a dirla tutta, credo che il Paese reale abbia ormai maturato la capacità di scelta anche di un Presidente donna. La presenza di una donna sarebbe un fattore di cambiamento vero.

 

Laura Puppato, deputata Pd. "Le elezioni del Presidente della Repubblica finora sono state una strana tombola, in cui sono usciti solo numeri della cinquantina maschile, mentre l’altra cinquantina è rimasta o sullo sfondo, come nei casi di Nilde Iotti e Tina Anselmi, o proprio assente. Anche questo elemento va considerato nella scelta del prossimo Capo dello Stato. In questi ultimi giorni che precedono gli scrutini si sentono sempre meno nomi di donna, mentre la rosa si riduce a nomi di uomini. È un po’ la storia che si ripete sempre uguale a se stessa, da secoli. Io spero che la conclusione sarà diversa. Certo, ci sono anche nomi di uomini che voterei ad occhi chiusi, come quello di Romano Prodi, ma la cosa fondamentale è non finire a ripetere l’esperienza di due anni fa, con il Parlamento incapace di eleggere un Presidente, mancando così ad una delle sue prerogative più importanti. Valutati i criteri per l’elezione, che sono in fin dei conti sempre gli stessi, esperienza, senso delle istituzioni, profilo internazionale etc..., abbiamo oggi bisogno di trovare una figura che sia interprete del desiderio degli Italiani di onestà, oggi più che mai avvertita come un’urgenza. Perché non affidare questo compito ad una donna, statisticamente meno disponibile al compromesso? Io credo che figure specchiate e capaci di essere garanti per tutte ce ne siano, valide quanto Tina Anselmi e Nilde Iotti, non faccio nomi perché, come si dice, non li vorrei bruciare, ma sta a noi trovarle e sceglierle. Sperimentando un'umanità tutta femminile al vertice dello Stato”.

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 


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