29 novembre 2024
Ebbene sì, posso essere annoverata fra quei cittadini “fortunelli” che domenica sera si son ritrovati improvvisamente al buio. Dopo una giornata piovosa, uggiosa e chi più ne ha più ne metta, ero in macchina sul Put col mio compagno che mi stava scortando a casa, ignara seppur sospettosa, poiché avevo notato che alcune zone di Treviso, compresa quella universitaria, brancolavano nell’oscurità e che in certi casi nemmeno i semafori davano segno di vita.
La cosa sorprendente era che mentre ci apprestavamo a imboccare la via di casa mia, alcuni palazzi stavano oscurandosi: ho visto spegnersi contemporaneamente le luci di un intero stabilimento, il che ha conferito alla scena una parvenza di film d’azione anni ’80 davvero niente male. Stavamo congetturando sulle cause di quel black out, quando ci siamo resi conto che in lontananza si intravedeva qualche luce, cosa che aveva rinverdito in me la speranza si trattasse di un inconveniente momentaneo. Aguzzando la vista per inserire la chiave nella toppa, ho alfine aperto il portone e sono stata accolta dal vociare dei vicini di casa che si erano in parte radunati per scambiarsi le informazioni che avevano raccolto sull’accaduto.
Tendendo l’orecchio ho subito captato che a quanto sembrava le zone coinvolte erano cinque, dislocate a macchia di leopardo fuori e dentro le Mura. “Mancanza di elettricità” nel mio caso si traduce con “scarpinata assicurata”, dal momento che in siffatte circostanze, abitando al quinto piano, non posso utilizzare l’ascensore. È proprio in seguito a questi momenti di disagio che si apprezzano appieno i passi da gigante della scienza che rendono agevole la quotidianità: la luce e la facoltà di spostarsi con due distinti “click”, l’opportunità di conservare gli alimenti in frigorifero, la possibilità di ricaricare la batteria del cellulare, operazioni che per il 90% della popolazione italiana sono intrinsecamente banali e per nulla sensazionali, ma che in realtà non sono scontate come sembrano.
Basta un nonnulla per mandare in tilt questo sistema, et voilà, ti ritrovi a vagare per casa in modalità Fantasma dell’Opera, con in mano una torcia e intorno un numero imprecisato di candele che fanno molto Notre-Dame de Paris, scrutando l’orizzonte sola et pensosa, meditando sulle magie dell’Enel. Ho sempre tentato di figurarmi come potessero vivere donne e uomini nell’antichità senza i “millemila” comfort di cui abbisogniamo noi. Quando per spostarsi dovevano zompare a cavallo, addentrandosi nei boschi con la luna e le stelle a illuminare loro il cammino, quando per leggere e scrivere by night adoperavano le candele e si diffondeva tutt’intorno quel caratteristico ed evocativo profumo di cera colata. Senza rumori artificiali di sottofondo a tutte le ore del dì e della notte era senz’altro possibile ascoltare i propri pensieri prima di ogni altra cosa.
Tutto ciò era estremamente naturale, proprio come oggi determinate conquiste in certe aree del nostro pianeta lo sono per noi. Essere accolti dalle tenebre alle 20:15, invece, è oltremodo insolito. Ti domandi che cosa abbia causato il guasto, quanto ci vorrà per ritornare alla normalità, intanto il suono martellante dell’antifurto di turno impazzito a causa dell’ammanco di energia ti logora i nervi… e i minuti corrono. La luce è finalmente tornata intorno alle nove, per poi mancare nuovamente per qualche secondo intorno alle 21:20. Ho dunque telefonato all’Enel e il gentile operatore mi ha risposto che stavano ancora lavorando per tentare di individuare il problema; fortunatamente in seguito la corrente non è più mancata, tuttavia non mi sono più separata dalla torcia per quella sera, fedele al detto “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”.
Ho successivamente letto sui giornali dell’allagamento di una centrale che alimenta la zona Sud-Est di Treviso, da lì il black out: la pioggia cade copiosa dal cielo, satura le tubature che cedono, un film già visto, insomma. Spesso l’acqua porta a galla le magagne di un sistema che collassa con estrema facilità, mettendo a repentaglio l’incolumità del cittadino, nel “migliore” dei casi solo le comodità domestiche. Aaaah, che meraviglia gli agi del “focolare”! Lasciatemelo dire, è una bellezza sedersi davanti al computer per leggere le notizie del giorno sui propri quotidiani online di riferimento, aspettate, accendo la luce, comincia a farsi buio, già che ci sono ascolto anche un CD: riassumendo, meno male che non piove più!
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William
04/11/2012 - 18:00
:O
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