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28 marzo 2024

Conegliano

Conegliano, altro che cenoni e settimane bianche: "A Natale aiuteremo gli ultimi nonostante il Covid-19"

I volontari della Comunità di Sant'Egidio non si fermano

| Roberto Silvestrin |

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CONEGLIANO - Altro che cenoni e settimane bianche ai tempi del Covid-19. A Conegliano c’è chi, anche quest’anno, nonostante le mille difficoltà create dal virus, porterà un pasto a chi non ce l’ha. I volontari della Comunità di Sant’Egidio, in realtà, non si sono mai fermati, e anche durante il lockdown hanno fatto sentire la loro vicinanza ai bisognosi.

 

Ora manca poco a Natale, e oltre al virus c’è un altro nemico da combattere: il senso di solitudine che colpisce, soprattuto durante le festività, gli ultimi. È per questo che i volontari dell’associazione hanno deciso, nonostante l’impossibilità di organizzare la consueta cena di Natale, di stare vicino agli emarginati che aiutano durante tutto il resto dell’anno.

 

“La nostra attività non si è mai fermata – spiega Silvano Contessotto, referente della Comunità di Sant’Egidio -. Usiamo le mascherine e rispettiamo le distanze, ma continuiamo a consegnare le cene al sacco. E a Natale continuiamo. Faremo una distribuzione di generi alimentari, gli auguri e un regalo con Babbo Natale”.

 

Lo “zoccolo duro” della comunità non ha desistito, nemmeno in pieno lockdown. “La solitudine è la povertà che racchiude tutte le povertà – spiega Contessotto -. Ci sono persone che hanno perso ogni punto di riferimento, c’è chi non riesce a mangiare o a lavarsi”. La Comunità aiuta gli emarginati, soprattutto le persone senza fissa dimora. A Conegliano il gruppo di volontari è arrivato 3 anni fa, dopo la morte di un clochard in città.

 

Una “cellula” della Comunità di Sant’Egidio di Treviso ha deciso di staccarsi e di operare nella Città del Cima, stabilendo il proprio quartier generale presso i Frati Cappuccini. “Negli ultimi 5 anni sono morti più senzatetto a Conegliano che a Treviso”, svela il referente. “I bisognosi sono tanti, c’è chi ha perso il lavoro, chi ha dipendenze, chi ha disturbi psichici – continua -. Abbiamo tolto dalla strada persone di oltre 70 anni, trovando loro una sistemazione”.

 

A guidare i volontari è la forza della fede. Come spiega Contessotto, “la fede è tutto, e i poveri sono la parola di Dio”. E i cittadini di Conegliano, soprattutto i giovani, non hanno fatto mancare il loro apporto. Grazie al loro apporto, infatti, è stato possibile continuare la distribuzione di cibo e generi di prima necessità ogni due giorni.

 

“Il periodo Covid ci ha fatto scoprire una sensibilità dei giovani per gli ultimi - racconta Contessotto -. Alcuni di loro si sono uniti a noi a marzo e aprile e poi sono rimasti”.

 


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Roberto Silvestrin

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