Conservatorio a rischio chiusura, Bisinella interroga ministro
La parlamentare castellana chiede una modifica della normativa nazionale
|
CASTELFRANCO – «Il Conservatorio “Steffani” di Castelfranco rischia di chiudere se non ci sarà al più presto una modifica della normativa nazionale di riferimento: per questo ho presentato un’interrogazione urgente, chiedendo al ministro dell’Istruzione di fare in modo che le provincie continuino a sostenere gli istituti almeno fino a quando non sarà concluso il processo di riordino del Sistema dell’Alta Formazione Artistico-Musicale nel quale rientrano». Lo afferma la senatrice di “Fare!” Patrizia Bisinella (in foto).
«Lo “Steffani” trova spazio in un edificio privato, l’affitto di 100mila euro l’anno è sempre stato pagato dalla Provincia di Treviso ed è impensabile che tale risorsa ora venga a mancare – puntualizza Bisinella -. Sottolineo che vengono disattese delle specifiche leggi che prevedono tuttora l’impegno delle province nel sostegno a queste strutture. Sgravarle da questo onere in altre parole è contro la legge, a maggior ragione oggi che non sono ancora state formalmente soppresse. La situazione attuale risente di una confusione dettata da un continuo rimpallo di responsabilità, a scapito degli studenti, del personale e delle città che ospitano i conservatori, tra cui anche Castelfranco.
La legge del ’99 ha allineato i conservatori e le accademie alle università, facendo in modo che le province si ritenessero in sostanza esonerate dal mantenimento delle strutture. E intanto il riordino previsto dalla legge di riforma del settore artistico-musicale non è stato completato, un numero consistente di allievi dei conservatori è iscritto e continua a frequentare i corsi preaccademici, che corrispondono ai corsi di scuola media superiore, lasciando nel contempo il Sistema dell'Alta Formazione Artistico-Musicale in una sorta di inaccettabile "limbo".
Ad aggravare il quadro il fatto che la situazione di molti istituti – tra cui quello di Castelfranco - risulta particolarmente critica per mancanza di mezzi per pagare utenze e manutenzioni».