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28 marzo 2024

Politica

Coro di no ai minibot

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Coro di no ai minibot

Dal ministro dell'Economia Giovanni Tria al suo predecessore Pier Carlo Padoan, passando per il mondo dell'impresa, dell'accademia, della politica e dei sindacati, per non parlare della sonora bocciatura dalla Bce: appare unanime il coro di 'no' alla proposta della Lega di usare i minibot per saldare i debiti dello Stato verso i fornitori. Intanto, da Rapallo il sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti corre in difesa dell'idea sponsorizzata insieme al presidente della commissione Bilancio alla Camera Claudio Borghi. "I mini bot non sono né l'anticamere all'uscita dall'Europa né all'uscita dall'euro, sono solo un tentativo di risolvere i debiti delle pubblica amministrazione, un problema che siamo disposti a risolvere ma che non abbiamo creato noi", afferma.

 

Ma dal Giappone, dove si trova per il G20 finanziario, il ministro Tria stronca l'ipotesi cercando di dissipare i timori di rinnovati rigurgiti euroscettici in Italia. "Questa è una cosa che sta nel loro programma. Il ministero dell’Economia ha girato un parere negativo", sottolinea il titolare di Via XX settembre, spiegando che i min bot "in un’interpretazione, quella del debito, non servono", mentre nell'interpretazione come valuta alternativa "ovviamente, si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti".

 

Boccia, 'no ad aumenti debito paese' "I minibot sono illegali e dannosi", attacca l'ex titolare del Tesoro Pier Carlo Padoan. "Sono illegali perché non si può avere una doppia moneta e sono dannosi perché creano debito e alimentano l'illusione che ci possano essere delle scorciatoie per ripagare i debiti verso i fornitori", sottolinea all'Adnkronos aggiungendo che per smaltire gli arretrati non pagati "ci sono gli strumenti tradizionali che vanno usati meglio", per esempio la possibilità di "introdurre incentivi più forti per gli enti locali che indirizzano le risorse a saldare questi pagamenti".

Secco 'no' ai minibot anche dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. "Dobbiamo distinguere gli strumenti della finanza dai fondamentali del Paese. I minibot sono uno strumento e non è opportuno incrementare il debito pubblico del Paese vista l’entità del debito che abbiamo", dice a margine del convegno dei giovani imprenditori a Rapallo. "I minibot sono fondamentalmente una follia, non hanno niente a che fare con la buona politica economica", avverte da parte sua Andrea Roventini, professore di Economia alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, 'candidato' dei 5 Stelle al ministro dell'Economia, prima che la scelta cadesse su Giovanni Tria.

"I minibot sono titoli di distruzione di massa per l’economia italiana, bisogna stare attenti", attacca l'economista Roventini, criticando l’idea di Borghi, appoggiata da Giorgetti. "Non è vero che servano solo a questo scopo - incalza - i minibot possono essere il primo passo per l'uscita dell’Italia dall’euro, come lo stesso Borghi spiega in diversi video che circolano in rete".

In campo contro i mini titoli altamente rischiosi, il segretario Pd Nicola Zingaretti. "Li chiamano minibot ma sono una grande truffa. Fanno ancora debiti per pagare i debiti che hanno già fatto. Cosi l'Italia rischia. Rischiano le famiglie, le imprese e i giovani su cui scaricano i problemi non risolti. Sono degli irresponsabili", scrive su Twitter. Forza Italia chiede invece chiarimenti al Carroccio. "Sarebbe utile e necessario che i vertici della Lega smentissero questa interpretazione assurda. Giocare col fuoco non serve a nessuno, ma soprattutto non serve agli italiani", scandisce il presidente dei senatori Fi, Anna Maria Bernini. Levata di scudi anche dal mondo sindacale. "Ha ragione Draghi, o sono denaro illegale o allargamento del debito e comunque sia in entrambi i casi non va bene", afferma il segretario Cisl Anna Maria Furlan.

 

 

 

 



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