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25 aprile 2024

Nord-Est

Coronavirus, dimezzati i nuovi casi in Veneto. Ma esplodono gli isolamenti: +178 in due giorni

Ad essere particolarmente colpita è la zona del padovano, in cui sono stati registrati ben sette “micro-focolai”

| Roberto Silvestrin |

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Coronavirus, dimezzati i nuovi casi in Veneto. Ma esplodono gli isolamenti: +178 in due giorni

I nuovi casi di Coronavirus si sono praticamente dimezzati da un giorno all’altro. Se domenica infatti erano stati registrati 42 nuovi contagi, nelle ultime 24 ore i nuovi casi di positività si sono fermati a 22, come segnala l’ultimo bollettino regionale. Una notizia parzialmente confortante, visto che negli ultimi giorni addirittura più volte era superata la soglia dei quaranta nuovi contagiati.

 

Sale quindi a 19671 il numero totale dei contagi dall’inizio della pandemia, mentre in Veneto sono 624 gli attuali positivi. Tre invece i decessi nelle ultime 24 ore. Il dato che impressiona è invece quello degli isolamenti, che sono cresciuti di ben 178 unità in soli due giorni. Conseguenza inevitabile della scoperta dei focolai, che sono la modalità in cui la pandemia si fa ancora sentire.

 

Le 178 persone in isolamento sono costrette a rimanere nelle proprie abitazioni a causa di contatti con persone risultate positive, per quarantene legate alla permanenza all’estero o per positività curata a casa. Degli isolati, solo 24 però presentano la sintomatologia del Covid-19.

 

Ad essere particolarmente colpita è la zona del padovano, in cui sono stati registrati ben sette “micro-focolai”, seguiti in queste ore dall’Ulss 6 Euganea di Padova, che tra città e provincia ha riscontrato una novantina di casi positivi al Coronavirus.

 

I contagi avvengono sia negli ambienti di lavoro che in contesti conviviali, come testimoniano i nuovi casi padovani. Il virus non fa distinzioni: una trentina di positivi, per esempio, dopo una cerimonia funebre, un’altra trentina divisa in due aziende, una decina in due case di riposo e un bambino in un centro estivo.

 

"I micro-focolai ce li aspettavamo - commenta Domenico Scibetta, direttore generale dell'Ulss 6 Euganea -, forse non li prevedevamo a fine luglio, ma abbiamo sempre detto che l'allarme deve essere massimo, perché il virus continua a circolare anche se con intensità completamente diversa da febbraio e marzo".

 

Per Ivana Simoncello, del dipartimento di Prevenzione, "nella prima ondata avevamo tanti cluster familiari, ora questo contesto rappresenta un momento secondario. Il contagio avviene sia negli ambienti di lavoro che in momenti di condivisione, come attività ricreative e cerimonie".

 



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