Coronavirus: negozi chiusi, ma la stessa merce venduta nei supermercati. Ascom denuncia: "Concorrenza sleale"
L'ira dei commercianti
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – Negozi di abbigliamento, intimo, articoli per la casa, cartolerie e librerie chiusi come da disposizioni ministeriali per il contenimento del coronavirus, ma questa stessa merce continua ad essere venduta nei supermercati. «Concorrenza sleale: i grandi continuano a fare i furbi, mentre i piccoli negozianti rispettano le regole» denuncia Michele Paludetti, presidente di Ascom Vittorio Veneto.
In questi giorni Paludetti ha ricevuto decine e decine di segnalazioni da associati e non. «Ovviamente i supermercati potrebbero tenere aperto solo per il food, invece non è così. Alcuni miei associati sono stati contattati da famigliari di persone in ospedale per l’acquisto di intimo, ma da disposizione non possono aprire. Invece al supermercato si possono acquistare canottiere e calzini - evidenzia il presidente di Ascom -. Non può essere che i grandi sempre la vincano sui piccoli, altrimenti tutti facciamo i furbi. Ci vorrebbe che tutti si mettessero una mano sulla coscienza».
Da qui un appello affinché i controlli da parte degli organi preposti non si concentrino solo su distanze da rispettare o sull’uso di mascherine, ma anche sul rispetto delle disposizioni di vendita indicate nel decreto ministeriale.
«Staremo senz’altro chiusi ancora un mese e già circolano voci che qualcuno non riaprirà più – prosegue Paludetti -. Il settore moda è il più tartassato dalla situazione: ci troviamo con merce in magazzino della stagione primavera-estate arrivata a febbraio per 100-150mila euro e che forse nemmeno venderemo e che non riusciremo a pagare, andando in contenzioso con le aziende fornitrici. È ora che a livello nazionale Confcommercio faccia la voce grossa. Nel frattempo i costi fissi ci sono. Il pagamento della tariffa a Savno è stato sì posticipato, ma perché siamo chiamati a pagare un servizio se non facciamo rifiuti visto che siamo chiusi?».
In questa emergenza, molti hanno riscoperto il negozio di vicinato, la macelleria, il fruttivendolo o il casoin sotto casa che consegnano anche a domicilio. «Spero che i cittadini si ricordino di loro fra qualche mese, non solo quando fanno comodo» l’auspicio del presidente di Ascom Vittorio Veneto.