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18 aprile 2024

Treviso

Coronavirus, quest'anno niente panevìn a Treviso

Conte: "Sono tutti vietati", ma in altri comuni come Oderzo sono ammessi quelli "privati"

| Isabella Loschi |

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panevin

TREVISO - Quest’anno salta anche l’appuntamento dei panevin nella Marca. La storica tradizione veneta che riunisce davanti ai falò intere comunità in attesa dell’Epifania, a Treviso è stata vietata proprio per evitare che si possano creare assembramenti, anche contenuti, che possano favorire la circolazione del coronavirus.

A differenza di altri sindaci della Marca, il sindaco di Treviso, Mario Conte è stato categorico: “Quest’anno non si svolgerà nessun panevin all’intero del territorio comunale. Sono tutti vietati e dunque da considerarsi abusivi”, ha messo in chiaro Conte. “L’emergenza Covid ci impone responsabilità quindi noi quest’anno abbiamo deciso di vietare sia quelli organizzati da associazioni che per i privati”. Per chi trasgredisce le multe saranno salate.

Una scelta diversa invece da Oderzo e Codognè, ad esempio, dove i sindaci hanno autorizzato i panevin privati, limitati alla cerchia familiare e ai soli congiunti, realizzati nelle proprietà private, alti non più di tre metri.

Una scelta che ha raccolto diverse critiche. “È inaccettabile vanificare gli sforzi di un’intera comunità per ridurre la trasmissione del virus”, afferma Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd.  “Responsabilmente la stragrande maggioranza dei sindaci ha deciso di non fare niente in piazza, ma c’è chi ha scelto invece di dare carta bianca ai propri cittadini per farsi un panevin casalingo. Sarà impossibile controllare tutti i partecipanti, ma gli assembramenti sono solo una parte del problema. Questi sindaci dimenticano forse una cosa elementare - sottolinea Zanoni - Il virus attacca soprattutto i polmoni, quindi c’è bisogno di avere l’aria pulita. E i bollettini Arpav ci dicono che non è cosi, che respiriamo aria fuori legge, con concentrazioni di Pm 10 superiori al limite di 50 microgrammi per metro cubo. Invito il Prefetto a intervenire per far annullare le ordinanze”. 

 


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Isabella Loschi

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