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29 marzo 2024

Conegliano

Covid, bar chiusi alle 18. Il grido di protesta da San Vendemiano: "Stato impreparato, perché dobbiamo pagare noi ristoratori?"

Lo sfogo di Massimo Pradella, gestore del bar "Papi"

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

Covid, bar chiusi alle 18. Il grido di protesta da San Vendemiano:

SAN VENDEMIANO - Ci sono rabbia e delusione nelle parole di Massimo Pradella, gestore del bar “Papi” di San Vendemiano. Anche lui, come i suoi colleghi ristoratori, ora è costretto ad abbassare le serrande della sua attività alle 18, dopo l’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte.

 

“Rispetto per le persone che stanno male - dice Pradella -, ma non dobbiamo guarirle noi ristoratori. Nessun rispetto, invece, per questo Governo, che aveva sei mesi per organizzarsi”. Pradella, che è imprenditore dal lontano ’91, ha dovuto invece spendere per adeguarsi ai protocolli anti-covid: divisori, igienizzatori, mascherine, che lui ha comprato anche per i clienti. Eppure tutto questo non è servito: ora si chiude alle 18, e lo spettro di un nuovo lockdown torna a farsi vivo.

 

“Io ho investito e ho dato lavoro a 7 persone - testimonia Pradella, che quest’estate ha aperto anche un altro bar a San Vendemiano -. Il mio staff, di grande qualità, non ha mai fatto ferie, nemmeno a Ferragosto”.

 

Il suo pensiero va proprio alle dipendenti che lavorano nelle sue attività, che presto diventeranno tre, con l’apertura di un altro locale. “Devo limitare il lavoro e lo stipendio delle ragazze - dichiara Pradella -. Echi ha un contratto a chiamata non ha ammortizzatori sociali”. Ristoratori e gestori di palestre sono sul piede di guerra, dopo l’ultimo Dpcm, che ha fatto ripiombare tutti nell’incubo di qualche mese fa, poco prima del lockdown definitivo.

 

Ad essere preso di mira, ovviamente, è il Governo. “Lo Stato non ci dà un premio, anzi ci chiude e ci mette in difficoltà - attacca “Max” -, tutto perché non si sono organizzati”.

 

La seconda ondata ha travolto l’Italia in poche settimane, nonostante i proclami dei mesi scorsi. “Io mi sono preoccupato di fare il mio mestiere - continua l’imprenditore -. Lo Stato deve curare i malati e investire su questo. Si è fatto invece cogliere impreparato, e per questo dobbiamo pagare noi ristoratori? Perché per colpa dello Stato che non si è organizzato io devo chiudere? Io ho fatto bene il mio lavoro”. Nei mesi scorsi il bar ha lavorato bene, ed è stato molto frequentato.

 

“Il mio primo obiettivo è quello di pagare le dipendenti - chiosa Pradella -, il primo obiettivo dello Stato è farmi chiudere e non dare lo stipendio ha chi ha lavorato”.

 


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Roberto Silvestrin

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