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29 marzo 2024

Castelfranco

Covid: il dramma di chi vive a Cavaso e non trova risposte

Una donna ci ha raccontato il suo calvario, che è comune a tanti in paese

| Maria Elena Tonin |

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| Maria Elena Tonin |

Gino Rugolo, sindaco di Cavaso

CAVASO - Se per il comune di Castelcucco "è ovvio" attrezzarsi e mettere a disposizione dei mezzi per le coloro che non hanno l'auto, non altrettanto per il comune di Cavaso del Tomba, che "non può farsi carico dell'eventuale rischio di contagio" ma che è incapace di proporre altre alternative. In un piccolo paese, seppur di campagna, non è improbabile che si possa essere senza auto e diventa un problema in un periodo di emergenza sanitaria, tanto più in una situazione come quella di Cavaso del Tomba, per cui l'Uls 2 ha previsto il tampone a tutta la popolazione con modalità drive in. Inutile rivolgersi al comune che non ha risposte, ammesso che si riesca a contattare qualcuno: si rischia di venir rimandati addirittura lunedì "quando i servizi sociali sono aperti" ma i tamponi già fatti.



 



Varie sono state le segnalazioni, cadute nel vuoto, trasmesse attraverso i social e i messaggi scritti in privato agli amministratori delle pagine, quasi che i social siano davvero l'unico luogo in cui la cittadinanza può portare le proprie istanze. Per chi conosce le persone, sono situazioni di oggettiva fragilità.



 



Una storia tra tutte è quella di una giovane donna che risultata positiva a seguito di un cluster proprio a Cavaso e ora, finita la quarantena, vorrebbe tornare a lavorare. Ha seguito l'iter, iniziando come da protocollo, dal medico di base. Ha chiamato i servizi sociali e chi pensava potesse aiutarla e infine, esasperata e non sapendo più chi chiamare, ha allertato i carabinieri della vicina stazione di Pederobba, che a loro volta le dicono di chiamare il medico. Ma nulla da fare: per lei e i suoi figli nessun tampone. Tante porte chiuse, compresa quella del comune, che ben conosce la sua situazione.



 



Nessuno ha una soluzione per lei: "Non posso fare il tampone perché non ho l'auto, non mi possono ovviamente portare altri al drive in, l'Uls mi dice che non possono venire in casa perché non sono disabile. Non posso tornare al lavoro, e le scuole mi premono per sapere se i miei figli, che intanto stanno a casa, sono positivi. Come faccio a saperlo?"  Tra i tanti "suggerimenti" anche quello di prendere l'autobus per andare a fare il tampone all'ex zona Velo di Altivole. "Ha davvero chiamato il mondo" ci dice il suo datore di lavoro "una persona che noi stessi abbiamo aiutato in più occasioni, non solo perché lavorava per noi, ma perché è una persona squisita. Abbiamo seguito da vicino tutta la vicenda e ha dell'incredibile.Il rischio è che i cittadini si arrangino come possono o desistano con il rischio che non finirà mai questa catena."



 



Le lettere con le istruzioni e la convocazione per tamponi gratuiti prevista per questo fine settimana non sono ancora arrivate nelle case di Cavaso: forse una maggiore attenzione, in questo momento di emergenza, da parte del comune per quanto riguarda la comunicazione con i cittadini, non sarebbe stata fuori luogo, avendo anche anticipato i tamponi rispetto a quanto inizialmente concordato con l'Uls.



 



https://www.oggitreviso.it/emergenza-covid-castelcucco-tamponi-all%E2%80%99intero-paese-242662



 



 


 


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Maria Elena Tonin

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