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18 aprile 2024

Treviso

Covid, un paziente su 3 ha difficoltà a recuperare: a Treviso arriva la tele-riabilitazione

Gugelmetto, direttore Dipartimento Riabilitazione Ulss2: "Dopo la guarigione i disturbi respiratori e affaticamento permangono per lungo tempo"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

reparto Covid

TREVISO - Un progetto di riabilitazione per i pazienti guariti dal Covid ma che presentano ancora disturbi dopo la ripresa delle normali attività.

Un paziente su 3, infatti, una volta dimesso dall’ospedale, dopo la guarigione, ha ancora bisogno di un periodo di riabilitazione. “Il Covid lascia segni profondi per lungo tempo: ci sono problemi respiratori, di affaticamento e debolezza, a volta difficoltà legate al sistema nervoso, che impediscono di riprendere le proprie attività quotidiane. Proprio per questi motivi il paziente deve essere costantemente tenuto attivo tramite la fisioterapia anche una volta a casa”, spiega il dottor Marco Gugelmetto, direttore del Dipartimento Recupero e Riabilitazione Funzionale dell’Ulss 2 di Marca.

Proprio per questo il dottor Gugelmetto, in collaborazione con Sergio Cassella, coordinatore del servizio di supporto psicologico, hanno promosso il primo programma di riabilitazione anche a distanza per pazienti post Covid. I pazienti dopo la riabilitazione nei reparti Covid, vendono così supportati e seguiti anche a casa con la tele-riabilitazione.

Attualmente sono 60 le persone seguite.
E il numero è destinato a salire. L’età media è di 60 anni. Anche da questo versante arriva la conferma che il coronavirus colpisce pesantemente fasce d’età sempre più giovani. “Da novembre ad oggi abbiamo preso in carico 210 pazienti. Superato il momento più difficile il 30% di questi hanno bisogno di un percorso riabilitativo per tornare alla vita di prima”.

A breve ai pazienti seguiti saranno consegnati anche dei sensori indossabili durante le attività che svolgono a casa, che permetteranno ai medici di monitorare, attraverso pc, i parametri dei pazienti e valutare i miglioramenti, come se fossero in ambulatorio.

 


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Isabella Loschi

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