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28 marzo 2024

Nord-Est

Covid: Veneto, contagi calano ma c'è 'nodo' lavoro

Zaia: "Non conteggiare asintomatici, inutili gli hub nelle scuole"

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foto d'archivio

VENEZIA - Scende la curva dei nuovi contagi in Veneto, con 19.811 casi nelle ultime 24 ore, in diminuzione rispetto agli oltre 21 mila registrati ieri, con il totale oltre quota 800 mila (812.561).
Il bollettino regionale segnala 9 vittime, e un totale di 12.621 morti dall'inizio della pandemia.
Gli attuali positivi sono 215.195, +9.496 rispetto a martedì.
Forte il calo dei dati ospedalieri, con 1.566 ricoverati nei reparti (-114) e 210 (-5) nelle terapie intensive. Prosegue intanto a ritmi sostenuti la campagna vaccinale in Veneto, con 53.648 somministrazioni nella giornata di ieri, sospinte dalle terze dosi (44.766). In totale, dall'inizio delle vaccinazioni anti-Covid, sono state 9.607.210 le dosi iniettate.

Il ciclo vaccinale è stato completato alla seconda dose dall'86,2% della popolazione 'over 12', mentre ad aver ricevuto il booster sono stati 2.092.289 residenti, pari al 47,8%. La ripresa a regime dell'attività industriale dopo le festività pone anche problemi legati alle assenze per contagi nelle aziende. Assindustria Venetocentro lo ha "fotografato" per gli associati di Padova e Treviso, dove il 9,4% dei lavoratori è risultato assente per effetto di contagi od obblighi di quarantena, ma per più di un'azienda su dieci (11,9%) manca oltre il 20% del personale. L'impennata delle assenze sul lavoro al 10 gennaio è del +53,7% in media rispetto alle due settimane precedenti, ma per il 7,8% del campione l'assenteismo va oltre il 100%, con oneri aggiuntivi o conseguenze sull'operatività per il 53,2% delle aziende, per il 33,9% la modifica di turni o orari di lavoro, per il 10,4% la ricerca di personale temporaneo, la chiusura temporanea o parziale di reparti produttivi per l'8,6%.

Sul piano della gestione e comunicazione dei dati, oggi il presidente regionale Luca Zaia ha sostenuto di aver avanzato per primo la proposta di non contare i positivi tra gli asintomatici, "tanto è vero - ha dichiarato all'ANSA - che come regione siamo coordinatori del Gruppo di lavoro della prevenzione e questa è una delle proposte. L'Edcd dà già come indicazione di valutare solo i sintomatici". Il positivo, dunque, a detta di Zaia "non è più chiunque passi per strada ma è il sintomatico".

Respinta invece l'ipotesi di creare degli hub vaccinali dedicati nelle scuole, perché "richiederebbe uno spiegamento di forze pauroso e sarebbe un'attività a macchia di leopardo. Ormai la percentuale di ragazzi in età scolastica che si è vaccinata è già importante, e quindi deduco che chi non si è vaccinato non lo ha fatto perché non abbiamo gli hub nelle scuole, ma perché ha deciso di non farlo. Dai 12 al 19 anni - ha concluso - già l'84,4% dei ragazzi si è vaccinato e dai 5 agli 11 anni il Veneto è tra le prime due regioni italiane per numero di accessi".

 



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