Crisi Berco, il 13 febbraio si torna a discutere al Ministero. Il sindacato punta a tutelare i posti di lavoro “disponibili ammortizzatori sociali”
Solo in 150 hanno aderito alla mobilità volontaria incentivata, su 400 richiesti nella sede di Ferrara

CASTELFRANCO VENETO / COPPARO (Ferrara) - Il prossimo 13 febbraio si terrà un nuovo incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per discutere della difficile situazione della Berco, parte del gruppo tedesco Thyssenkrupp, con sedi a Copparo (Ferrara) e Castelfranco Veneto. Dopo la chiusura della procedura di mobilità volontaria incentivata, solo 150 lavoratori hanno aderito, a fronte dei 400 richiesti inizialmente per il sito di Ferrara. Il timore è che a fronte della scarsa adesione si torni a parlare di esuberi, coinvolgendo anche la sede di Castelfranco Veneto.
Fim, Fiom e Uilm, i sindacati coinvolti nella vertenza, ribadiscono la disponibilità al dialogo e sottolineano l’importanza di trovare soluzioni per la salvaguardia dei posti di lavoro. Le organizzazioni chiedono di ricevere il piano industriale completo, dopo la presentazione di una versione sintetica a gennaio, e di proseguire il confronto sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali disponibili per affrontare le difficoltà economiche e produttive. Inoltre, i sindacati evidenziano la necessità di un intervento significativo da parte di Thyssenkrupp per superare questa fase critica e rilanciare l’attività dell’azienda. L’obiettivo è garantire non solo la protezione dell'occupazione, ma anche il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie, chiedendo impegni concreti da parte di tutti i soggetti coinvolti.
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