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19 aprile 2024

Montebelluna

CRISI D'ASTINENZA, MINACCIA DI UCCIDERE IL FIGLIO DI UN ANNO

Il 43enne tossicodipendente di Montebelluna ha picchiato e rapinato la moglie, poi è stato arrestato dai carabinieri

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CRISI D'ASTINENZA, MINACCIA DI UCCIDERE IL FIGLIO DI UN ANNO

MONTEBELLUNA – Ha usato il figlio di appena un anno per ottenere quello che voleva. L’uomo, 43 anni, di Montebelluna, tossicodipendente noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dai carabinieri di Cornuda, per aver aggredito e rapinato la moglie nella loro abitazione, sottraendole i soldi che aveva per acquistare droga.

Il fatto è avvenuto questa notte. L'uomo, disoccupato, tossicodipendente in crisi di astinenza, aveva minacciato la consorte di fare del male al figlio di un anno di età, qualora non gli avesse consegnato il denaro.

Quando la moglie inizialmente rifiuta di consegnargli i soldi lui reagisce prendendola a sberle. Lei, per prendere tempo e poi chiamare i carabinieri, gli dice che i soldi (lui le aveva dato giorni addietro 600 euro che pretendeva indietro) li aveva consegnati alla madre. Lui allora esce, prendendo però il figlioletto con sé: «Se torno e trovo i carabinieri me la prendo con lui, farà una brutta fine», minaccia.

Subito la moglie chiama un amico carabiniere, le dice di stare tranquilla e che sarebbe arrivato in borghese. Nel frattempo il tossicodipendente va dalla madre che soldi però non ne consegna.

Ritorna e picchia nuovamente la moglie, alla quale riesce a scucire 150 euro con la violenza. L'indagato allora si impossessa, sempre con violenza, anche dei soldi, altri 150 euro, di un'amica della moglie, presente in casa.

Minaccia ancora di andarsene col bambino, preso in braccio per garantirsi che loro non avrebbero chiamato le forze dell’ordine. L’amica della moglie lo prega di lasciare almeno il bambino, cui aveva puntato un coltello alla gola per minacciare la madre.

Lui allora lo molla sul pavimento e corre a comprarsi la dose. Con i soldi ottenuti riesce ad acquistare un grammo e mezzo di cocaina e torna nuovamente a casa. Quando arriva a casa trova i carabinieri, lo vedono iniettarsi la cocaina in vena in auto e cercano di farlo rimanere calmo. Quando si tranquillizza gli mettono le manette ai polsi e poi viene condotto in carcere a Treviso.

Matteo Ceron

 


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