CRISI: DECOLLA LA DISOCCUPAZIONE
A Treviso, 3813 rimasti senza lavoro dall'inizio dell'anno
TREVISO - Sembra che la crisi non si arresti. E cresca. I dati di maggio raccolti dalla CGIL di Treviso, forniscono un quadro preoccupante, per quanto riguarda il mercato del lavoro.
In 3.813 sono rimasti senza lavoro dall'inizio dell'anno, solo nella proncia di Treviso. E, nell'ultimo mese, la situazione si è aggravata. Maggio, infatti, si è chiuso con 554 lavoratori in mobilità.
Soprattutto sul fronte della grande impresa è la percentuale dei “colletti bianchi” a registrare un duro colpo passando dal 32,52% di aprile al 45,10% del mese appena concluso e, stabilizzandosi al 31,68% per le pmi. Per un totale di ben 1.018 impiegati espulsi. Segnale ineluttabile di una crisi che non finisce e intacca tutti i livelli gestionali e strutturali, anche delle realtà più solide.
Crescono anche i licenziamenti tra gli stranieri che rappresentano complessivamente, con 988 lavoratori, il 26% delle espulsioni dei primi cinque mesi dell’anno. Per quanto riguarda i settori maggiormente coinvolti dalla crisi, l’analisi dei dati sullo stato delle aziende in provincia rileva che il comparto metal meccanico resta quello a soffrire di più, con una perdita di posti di lavoro pari al 19,43% sul totale dei lavoratori provenienti dalle piccole e medie imprese e dunque senza nessun ammortizzatore sociale.
“Domani nel corso dell’incontro col Prefetto di Treviso tra le parti Sociali e le categorie economiche al fine di monitorare le criticità e prevenire le possibili tensioni sociali nel territorio il Sindacato - ha dichiarato Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil di Treviso – consegnerà l’analisi elaborata dal Centro Studi della Cgil integrando a tale fotografia del mercato del lavoro i dati, per settore e per zona, relativi all’inarrestabile incremento delle richieste di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) per cessata attività, per procedure concorsuali, per ristrutturazioni e riorganizzazioni di medie e grandi aziende.
Perché l’anno in corso rischia di segnare rispetto al passato un ulteriore peggioramento relativamente al mercato del lavoro, tracciando un trend negativo che ci porterà a superare anche in provincia di Treviso la soglia del 7% del livello di disoccupazione. Inoltre – ha concluso Barbiero – il numero di ingressi nel mercato del lavoro si ferma ad una soglia decisamente inferiore rispetto allo scorso; lavoratori questi per i quali si chiudono sempre più contratti precari, privi di tutele e garanzie di continuità”.