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04 dicembre 2024

Conegliano

Da Re: “Non esco dalla Lega Nord, ma dalla Lega Salvini”

Contro il provvedimento del direttivo regionale Da Re non ricorrerà: “Nella Lega Salvini Premier non ci sono i probiviri”

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Gianantonio Da Re

SAN VENDEMIANO – «Ad un certo punto è giusto girare pagina. Non esco dalla Lega Nord, ma dalla Lega Salvini». Gianantonio Da Re ha dato appuntamento stamane, venerdì, ai giornalisti al suo autolavaggio di San Vendemiano. Quindici ore dopo la sua espulsione dalla Lega, dopo 42 anni di militanza, il partito si presenta spaccato in due. Lo testimoniano le numerose telefonate e i messaggi che intasano il cellulare del “baffo” («risponderò a tutti» ci tiene a precisare), vicinanza espressa non solo da leghisti locali ma anche da fuori regione. Insieme alle parole di vicinanza, anche tanti inviti a candidarsi con altri gruppi. Ma al momento preferisce declinarli tutti. Lui rimane con la Lega Nord.

 

«Ho versato tutto il mio obolo previsto, 2mila euro al mese, fino a questo mese, per quasi 120mila euro alla Lega Nord. E quindi vuol dire che il partito esiste. Sarà una scatola vuota, ma i soldi sono dentro – scandisce Da Re -. Di fatto ci sono già due Leghe e lo si vede anche in numerose sezioni o dove ci sono due candidati sindaco contrapposti. Non rinnego il partito nazionale voluto da Salvini, perché un partito territoriale se vuole incidere deve essere a Roma ed entrare nella stanza dei bottoni, però trasformare la Lega Nord in Lega Salvini Premier e fare la Lega Ponte di Messina, no: a noi il ponte delle arance non serve. È molto meglio il ponte di Vidor dove transitano tutti i prodotti delle nostre industrie artigiane e agricole. Dalla Lega Nord alla Lega Sud: questo è il vero errore fatto dal segretario».

 

Per Da Re la Lega necessità un nuovo segretario. «Vedrei bene Fedriga al posto di Salvini» confida. «La Lega Salvini è un’usurpazione: il 9 giugno dirà a Salvini se può essere ancora segretario». Sul “cretino” dato al segretario precisa: «È come quando si dice in veneto “te se mona”: non è un’offesa, è un intercalare nostro veneto. Non aveva un senso di offesa, ma di critica politica» precisa. Il “cretino”, ammette lo stesso Da Re, è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché un dossier su di lui era già pronto al direttivo regionale. «Da segretario regionale avrei espulso uno che dava del “cretino” al segretario federale, certo – ammette Da Re – ma Toni Da Re prima parlava con le persone e cercava di capire. E poi se questa continuava, veniva espulso».

 

Ieri sera, giovedì, a maggioranza si è votato a favore dell’espulsione. Contrari i segretari provinciali di Treviso, Belluno e Vincenza. «Questo è significativo di una spaccatura molto forte. L’esito era scontato. Non avevo dubbi – ammette -. Ho sentito tanti militanti che vogliono mandare indietro la tessera: a loro dico non fatelo. Le battaglie si combattono da dentro».

 

«Ho iniziato a fare politica con Giuseppe Covre, persona che aveva degli ideali, e mi aveva colpito una frase: per fare politica bisogna avere un lavoro. Ora si fa politica per avere un lavoro» annota Da Re che per 14 anni è stato segretario provinciale del partito, poi segretario regionale.

 

Le parole di Luca Zaia di un ritorno alla Lega Nord per Da Re sono state «un bel risveglio». Un segnale dato dunque anche dal governatore.

 

Da Re ha ribadito che non farà ricorso contro il provvedimento assunto ieri sera dal direttivo regionale. «Non lo faccio perché nella Lega Salvini Premier non ci sono i probiviri, un ricorso lo faccio a chi? Al postino che passa?».

 



 

 


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Claudia Borsoi

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