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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

"DA RE? HA UNA LOGICA MILITARIZZATA"

Il senatore Castro "legge" i risultati amministrativi. E designa Giorgio De Bastiani capogruppo in consiglio comunale

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

Vittorio Veneto - “Abbiamo chiesto a Giorgio De Bastiani di mettersi alla guida del Popolo delle Libertà a Vittorio Veneto. Per dare alla città quell’opposizione che sarà tale indipendentemente da chi vincerà la competizione di domenica e lunedì prossimi”.

Il senatore Maurizio Castro un paio di ore fa ha annunciato di aver individuato in Giorgio De Bastiani il capogruppo del Popolo delle Libertà in consiglio comunale a Vittorio Veneto. Un incarico che De Bastiani ha ammesso di avere accettato con piacere.

Se al ballottaggio vincerà Toni Da Re (il “Baffo”, come lo chiamano fuori porta), il Pdl avrà in consiglio tre rappresentanti (Campodall’Orto e De Nardi, oltre a Giorgio De Bastiani); se vincerà Giuseppe Costa ne avrà due. Ma la rappresentanza del Pdl – ha evidenziato Castro – sarà comunque “un punto di riferimento terzo per tutta la legislatura, un faro culturale, una forza espansiva e inclusiva di aree culturali non identificate con questo o quel partito”.


Nella prolusione che ha accompagnato la conferenza stampa (l’oratoria di Castro, allenata al parlamento, ha una sua machiavellica esemplarità), il senatore vittoriese ha detto (forse prevedibilmente) di essere soddisfatto del risultato elettorale anche se sì, va be’, “avevamo comunque creduto e lottato per arrivare al ballottaggio”; ha ribadito (repetita iuvant) di non voler nessun apparentamento; ha sottolineato che le amministrazioni precedenti (sia quella leghista che quella di centro-sinistra) hanno avuto un “deficit di progettualità” e che i programmi con cui il Pdl si era presentato agli elettori avevano una grande “intensità strategica”; ha aggiunto (ricorrendo a una metafora da nostromo) che il Pdl a Vittorio è “un’area moderata che può essere timoniera di proposte concrete e alternative” (pur precisando che lui, Castro, non è né un moderato né un liberale).

E poi ha pigiato sull’acceleratore dei giudizi (politici, certo), evidenziando che Toni Da Re ha “una logica militarizzata” e che gli elettori (“la borghesia vittoriese”, secondo Castro) scegliendo Toni hanno scelto un “decisionismo esclusivo”, un “modello di leadership militare molto forte, con aspirazioni egemoniche”. “Tra un modello di partecipazione attiva alla cosa pubblica e un modello di delega – ha diagnosticato Castro – i vittoriesi hanno scelto il secondo. Full stop”.
Guardano al futuro, Castro ha annunciato: “Saremo severi. Batteremo ossessivamente per portare avanti programmi concreti. D’altra parte durante la campagna elettorale siamo stati gli unici a fare una battaglia vera. Da Re, infatti, era già forte e ha preferito non combattere; Costa ha scelto una linea soft. Molto corretta ed elegante peraltro.”

Sia Castro che Giorgio De Bastiani hanno evidenziato che in caso di vittoria il Pdl avrebbe dato spazio e ruoli tecnici all’opposizione. “”Storicamente – ha ricordato Giorgio De Bastiani – il ruolo di Presidente del consiglio comunale è sempre stato dato alle opposizioni. Ad eccezione di quanto è avvenuto nelle ultime due legislature leghiste...”
Una stoccatina lanciata in chiusura di conferenza. Alla fine della quale, in base all’assioma per cui “uno spritz non fa un compromesso”, Castro, De Bastiani e Bortolotto (coordinatore del Pdl vittoriese) hanno fatto un brindisi con Antiga, Citro e Ciciliot (anfitrioni della Lega nostrana).
Ah!  Alla (mia) curiosità se Maurizio Castro e Giorgio De Bastiani voteranno domenica, entrambi hanno risposto di sì. Sia per il referendum, sia per uno dei due candidati, su cui – hanno affermato – “non hanno alcun dubbio”.

 


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