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25 aprile 2024

Castelfranco

DAL MERIDIONE INVESTONO SULLA FERVET

La situazione potrebbe sbloccarsi con l’entrata in scena del Gruppo Barletta. Intanto i lavoratori continuano a fare i conti con la cassa integrazione

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DAL MERIDIONE INVESTONO SULLA FERVET

Castelfranco – Dalla Campania un investitore per risollevare le sorti della Fervet, la storica azienda di Castelfranco specializzata nella produzione di convogli ferroviari. Secondo quanto riferisce Stefano Bragagolo della Uilm, è in corso una trattativa con il Gruppo Barletta, con sede a Caserta, che dovrebbe rilevare il 90% dell’azienda.

Il gruppo campano entrerebbe in scena con una consistente iniezione di capitale, apportando dei miglioramenti al polo produttivo di Castelfranco. La trattativa dovrebbe concludersi entro settembre. Ultimamente per la Fervet c’è stato anche lo sblocco dei fidi bancari e questo ha comportato la possibilità di acquisire i materiali necessari per completare alcune commesse rimaste ferme.

Segnali di positività secondo il rappresentante della Uilm, che si inseriscono in una situazione molto pesante a livello occupazionale, con 206 lavoratori in cassa integrazione e moltissime famiglie in crisi. La reale difficoltà in cui si trova la gente che per anni ha fatto affidamento sul lavoro in azienda viene manifestata nel testo di questa lettera invitata da un lettore ad Oggitreviso.it., che riceviamo e pubblichiamo.

«Quale dipendente Fervet voglio denunciare l'assoluto immobilismo dei media locali. Tutto passa in secondo piano, nonostante sia conclamata una crisi profonda che mette in ginocchio più di duecento famiglie, nonché un indotto cospicuo. Mai si evidenziano da parte mediatica, i malesseri dovuti a soprusi e arroccamenti da parte di enti e banche affinché la crisi si sblocchi, forse è una delle tante storie a livello nazionale, di questi tempi non siamo l'unica azienda in crisi.

Vedo con disappunto che sia il fronte sindacale e sia il fronte giornalistico passa oltre alla crisi profonda nella castellana, con noi stanno naufragando altre grandi industrie a livello occupazionale. Mai un trafiletto, mai un commento, mai una nota, pare che si faccia parte di una zona che non è produttiva come il resto della provincia.

Intanto i mesi in cassa integrazione passano, le possibilità che nella zona possa riprendere il lavoro sono sempre più ridotte a un lumicino. I nostri politici hanno altro di cui occuparsi, ma perdio almeno fatelo voi, dateci la possibilità di urlare la nostra paura di non poter vivere con un minimo di dignità». MC

 


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