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28 marzo 2024

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Daspo al giocatore: «Ecco la verità»

La società di calcio Tarzo Revine spiega il provvedimento che ha colpito un proprio tesserato

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Daspo al giocatore: «Ecco la verità»

TARZO – Daspo, ossia divieto di partecipare a eventi sportivi, per un giocatore del Tarzo Revine per una partita di campionato, giocata a febbraio, in provincia di Belluno. Il Daspo è stato disposto dalla questura di Belluno.

 

Sulla vicenda la stessa società precisa: «Il nostro tesserato è stato colpito da Provvedimento di D.A.SPO. in seguito a fatti avvenuti all’interno del rettangolo di gioco, a partita in corso (ma a gioco fermo) e riportati nel referto di gara stilato dall’arbitro.

 

Non sono state prodotte ulteriori indagini da parte della Questura di Belluno che ha ritenuto sufficiente ciò che aveva riportato l’arbitro in tale referto.

 

È stato ascoltato il nostro giocatore il quale ha prodotto una memoria difensiva, dove peraltro ammetteva quanto successo, giustificando l’atto come un intervento in difesa di un compagno a terra che stava subendo un’aggressione da un giocatore avversario: l’arbitro non ha visto interamente la scena in quanto quel momento occupato ad espellere altri 2 giocatori, uno della squadra avversaria e uno del Tarzo Revine Lago e quindi non ha potuto riportare nel referto l’azione completa».

 

 

La società segnala inoltre: «Non è vero che ha subito il provvedimento per aver colpito con un pugno un tesserato durante il tragitto negli spogliatoi al termine dell’incontro, in quanto espulso e già sotto la doccia al termine dell’incontro.

 

L’arbitro nel referto indica l’espulsione al 44’ del secondo tempo dichiarando che il giocatore colpiva a gioco fermo con un pugno al volto un avversario (la partita sarebbe durata fino al 52’).

 

Nel provvedimento di D.A.SPO. emesso dalla Questura di Belluno si fa chiaramente riferimento a quell’episodio».

 

La società inoltre segnala che «non è vero che il giocatore che ha subito il provvedimento Daspo non potrà giocare con la propria squadra. Nel provvedimento è scritto chiaramente che potrá giocare. La frase esatta è “tenuto conto infine, del livello di gravità dei fatti contestati al summenzionato, il quale non risulta gravato da precedenti penali e di polizia; ritenuto, pertanto di graduare la misura di prevenzione nella durata minima e con modalità tali da non pregiudicargli l’attività agonistica futura, ordina omissis…...(provvedimento di D.A.SPO. della durata di anni 1) autorizzandolo, tuttavia, nello stesso arco temporale, a partecipare in qualità di giocatore, qualora convocato, agli allenamenti e agli incontri, disputati sia in casa che in trasferta, della squadra con cui milita”. Quindi può continuare l’attività agonistica».

 

E conclude: «La vergognosa rissa esplosa nei minuti finali dell’incontro ha visto protagonisti non solo giocatori del Tarzo Revine Lago ma anche giocatori della squadra avversaria (ultimi classificati in Coppa Disciplina proprio per il comportamento dei giocatori) che nell’occasione ha visto l’espulsione di due giocatori, dei quali uno perchè, come riporta il referto arbitrale “a gioco fermo lasciava l’area di rigore, accorreva verso centrocampo (quindi si è fatto 50 metri di corsa, palla in mano, per partecipare alla baruffa…) prendeva per la maglia un giocatore avversario e cercava di colpirlo con la mano all’altezza del petto.

 

Ma questo è solo uno degli episodi accaduti: se l’arbitro, impegnato a diramare il grosso della rissa (e senza il supporto di Assistenti Ufficiali o di Commissari di Campo), avesse visto tutto avrebbe lasciato probabilmente in campo solo 5 giocatori per parte. Per lo stesso motivo altri gravi episodi (l’allenatore del Tarzo Revine Lago colpito da un calcio alla schiena da una persona non identificata e da una pallonata in testa) non sono stati riportati a referto dal direttore di gara 4) Il Tarzo Revine Lago, in conseguenza a questi fatti, ha preso provvedimenti disciplinari anche pesanti come l’allontanamento verso i giocatori coinvolti, anche se non sanzionati dal direttore di gara, riconoscendo la gravità dell’episodio e mettendo in chiaro quale sia la linea comportamentale da tenere, auspicando che mai più si debba assistere a fatti del genere.

 

Non risulta che l’altra società abbia preso alcun provvedimento verso i propri tesserati (neanche verso gli espulsi) e, anzi, tramite social network i propri tesserati abbiano ripetutamente attaccato e denigrato il Tarzo Revine Lago, fino ad indurre (ma solo dopo qualche giorno) al silenzio stampa la società».

 

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