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19 aprile 2024

Mogliano

DATEMI UNA CANOA E VI SOLLEVERO' IL MONDO

Nicola Zamuner porta il nome di Treviso (e della sua provincia) sul podio internazionale.

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San Biagio di Callalta - Campione mondiale di canoa polinesiana, nella vita ha avuto due incontri speciali: quello con la moglie (che gli dato due figlie bellissime) e quello con uno squalo. E ora? Crca finanziamenti e sostegni, per riprendere…il mare

1 Campionato del mondo di canoa Polinesiana (out rigger), 3 Campionati del Mondo con vittoria californiana nel 2008, 5 coppe del Mondo, 4 campionati europei di cui uno vinto nel 2009 e 17 italiani in varie discipline insieme a 35 titoli regionali.
Questi i “numeri” di Nicola Zamuner, uno dei più grandi talenti trevigiani che si esprime negli sport fluviali a livello internazionale.
E’ soprattutto la passione ad animare il trentottenne di Fagarè di San Biagio, la stessa che lo porta, da oltre vent’anni, a pagaiare tre ore al giorno nell’amato Piave.  La stessa che gli ha fatto scegliere di praticare in modo agonistico una delle discipline più impegnative della canoa: la canadese olimpica (quella in cui si regata stando in ginocchio e si pagaia con metà pala, prevalentemente su torrente) nonché a conciliare sport, attività lavorativa (quella di grafico pubblicitario che lo costringe ad allenarsi solo dopo le 18) e famiglia.
Ma Nicola è tenace (“più mi fanno incaz…più non mollo!”) e i suoi occhi vivaci si adombrano per un unico rammarico: il dover lasciare la società che più di ogni altra sente sua: il Canoa Piave Club perché, come dice lui, “è più facile elargire complimenti che fondi”…



Come mai lei e la canoa vi siete scelti?
“Avevo 13 anni e i miei genitori decisero di mandarmi in piscina a fare del nuoto poiché avevo dei problemi di postura. Lì, per caso, ho visto una canoa e ho deciso di provare. Sono seguiti i primi approcci al fiume, lo storico allenatore Arzio Speranzini e la familiarità con il Piave dove mi alleno tutt’ora”

Con che spirito ha iniziato?
“ Deve cominciare come un gioco, poi subentra l’agonismo e, nel mio caso, sono arrivati i grossi risultati sia sul piano regionale( dopo un anno ho battuto i miei allenatori) sia nazionale e internazionale”

Come mai ha scelto una disciplina così impegnativa come la canadese olimpica?
“ Nel periodo adolescenziale avevo pensato di lasciare la canoa e, nonostante i richiami del mio allenatore, mi sono allontanato dalla pagaia fino a vent’anni. Considerata l’età adulta ho dovuto passare dal  kayak alla canadese che, tuttavia, con il tempo, ho amato visceralmente proprio perché si tratta di una disciplina inusuale e complessa”

Che esperienza è stata partecipare al Campionato del Mondo Molokai-Hoe di canoa polinesiana?
“ Straordinaria e da ripetere, si tratta della gara di sport fluviali più importante del mondo. Il percorso Molokai-Hoe-Honolulu consiste in 70 chilometri di pagaiate tra onde gigantesche (oltre 13 metri), forti correnti. Durante la prima ora e mezza, poi, nessuno mi si è affiancato, ho dovuto orientarmi da solo senza punti di riferimento. L’adrenalina era a mille!”

Ha mai avuto paura?
“Sì, quando ho visto uno squalo vicino alla pagaia”

Come ha deciso di partecipare alla gara?
“Grazie all’invito dell’amico Daniele Scarpa, 3 volte campione del mondo di canoa olimpica. Da quel momento mi sono appassionato alla canoa polinesiana
(out rigger), mentre fino ad allora praticavo la discesa su torrente. Ora mi dedico ad entrambe”

Qual è stato il traguardo professionale più ambito?
“La vittoria ai mondiali del 2008 in California e quella agli Europei 2009 all’isola del Giglio. In questi ultimi abbiamo primeggiato su tutti per forza; un’onda cavalcata alla grande…”

Prossimi obiettivi, invece?
“ L’anno venturo parteciperò alle selezioni per i Mondiali in Spagna nella specialità discesa o punterò alla Nuova Caledonia per l’out rigger; ad ottobre, poi, spererei di partecipare nuovamente al Campionato del Mondo di canoa polinesiana, ma con un team interamente italiano”

Cosa le trasmette questo sport?
“Nonostante sia estremo, mi dà una grande pace, è come pregare…Visito posti incantevoli che diversamente non vedrei e sono costantemente a contatto con la natura”



Un sogno?
“ Creare una società sportiva nel trevigiano dove poter trasmettere ai giovani
le mie conoscenze in ambito sportivo”

Lei ha una bimba di 6 anni ( e un’altra in arrivo)…Sua figlia è già salita in canoa?
“ Lo ha fatto prendendo possesso immediato della pagaia e dimostrando grande equilibrio…buon sangue non mente!”

Il suo sport ha dei risvolti anche nel sociale…ce ne parla?
“ La canoa polinesiana può ospitare persone disabili che si dimostrano spesso più competitive e coraggiose di chi è privo di handicap; vi è, inoltre, una collaborazione con l’associazione “ le donne in rosa”, affette da tumore al seno. La canoa è particolarmente indicata per queste ultime da un punto di vista cardio-circolatorio favorendo il ripristino dell’edema tipico di persone operate al seno”

Qualche rammarico?
“ Nonostante la mia indole tenace e combattiva temo sarò costretto a desistere e lasciare la mia società: il Canoa Piave Club. Non avrò problemi a trovarne un’altra, ma non sarà nel trevigiano, luogo in cui da sempre mi sento a casa mia. Quello che mi disturba maggiormente è che basterebbe molto poco per dare sostegno a questo sport; io ho lottato con le unghie e con i denti con l’obiettivo di formare le giovani leve, ma non posso farcela da solo”

Basterebbe uno stanziamento di fondi?
“ Esattamente… oltre a una maggiore collaborazione da parte delle istituzioni. Preferirei  un aiuto concreto a tanti elogi verbali perché solo grazie al primo potrei evitare di lasciare la mia zona d’origine e di cercare una nuova società”

E’ in caso di dire che nessuno è profeta in patria?
“Sembrerebbe…Porto nel mondo il nome di Treviso, ma sono più apprezzato altrove”

Perché, a suo avviso, questa disciplina così affascinante non viene valorizzata maggiormente?
“In Italia ha pochissimo appeal, nonostante la sua spettacolarità”

Quali aspetti di questo sport ritiene essere i più formativi per i giovani?
“La canoa, praticata nell’età tra i 6 e gli 8 anni, favorisce il mantenimento dell’equilibrio ed è uno sport completo dal punto di vista fisico. Insegna, inoltre, il rispetto per l’ambiente, la cura dei fiumi e l’amore per la natura”

 


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