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28 marzo 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

DeFaveri, sessant’anni e non sentirli: il segreto? Guardare sempre avanti

Sabato 18 settembre, si è tenuto il 60esimo anniversario di DeFaveri: un evento straordinario che ha visto alternarsi sul palco la famiglia, i collaboratori, autorità e ospiti speciali

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DeFaveri, sessant’anni e non sentirli: il segreto? Guardare sempre avanti

PIEVE DI SOLIGO - Un giorno unico, emozionante, da incorniciare per la famiglia De Faveri, da sempre molto stimata e apprezzata nel suo territorio, sabato 18 settembre, ha celebrato i 60 anni di attività dell’azienda. Oltre 350 persone, tra famigliari, dipendenti, collaboratori, fornitori, clienti e ospiti speciali si sono ritrovati nello stabilimento di Refrontolo per festeggiare insieme. Presenti anche autorità istituzionali come l’On. Angela Colmellere, membro della Camera dei Deputati, accompagnata da Giampaolo Bottacin, Assessore ambientale della Regione Veneto, Alberto Villanova, Consigliere regionale, Mauro Canal, sindaco di Refrontolo, Mattia Perencin, Sindaco di Farra di Soligo, Danilo Collot, Assessore comunale di Pieve di Soligo, Massimo Tonello, Vicepresidente del Gruppo Metalmeccanico Assindustria Venetocentro, Marco Zambotti, Direttore scientifico e Vicepresidente dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo” e Don Giuseppe Nadal, parroco di Refrontolo.

Un’occasione unica, irripetibile, un evento straordinario per ricordare e celebrare questi lunghi anni di attività e il genio di Luigi, imprenditore che nel corso del tempo ha saputo innovare, evolvere e guidare l’azienda fino a diventare leader nel mercato per la produzione di controtelai per infissi. “Darsi da fare, lavorare sodo, affrontare le sfide con coraggio”: sono questi alcuni dei valori che hanno guidato Luigi De Faveri nella sua avventura imprenditoriale.

Fin da principio, quando sessant’anni fa, di ritorno dalla Francia Luigi ha iniziato a dar vita ai suoi progetti. Tutto inizia con una carpenteria. Successivamente nascono DeFaveri e nel 1989 Eclisse, l’altra azienda del Gruppo De Faveri. Dal 1961 ad oggi, DeFaveri progetta e realizza controtelai per infissi e soluzioni per il foro finestra. Nel corso degli anni ha saputo innovare, investendo nella tecnologia e in soluzioni all’avanguardia che sposano i criteri di sostenibilità, riqualifica e risparmio energetico. La salvaguardia e la tutela dell’ambiente è al centro della vision di DeFaveri. Prodotti e iniziative volte a ridurre gli sprechi e i consumi, a rendere l’ambiente domestico più salubre e vivibile.

Ma ciò che sta più a cuore all’azienda di Refrontolo, e che più volte è stata ribadito nel corso della serata, sono le persone. I collaboratori, i fornitori, i clienti, l’intera comunità. Quella di DeFaveri è una grande famiglia, ma non una grande famiglia in senso retorico. Legami duraturi, fiducia reciproca, l’umiltà e la semplicità che caratterizzano Luigi, la moglie Gabriella, Antonella e le sorelle. L’attenzione e la cura verso le necessità e i bisogni delle persone che ogni giorno lavorano in azienda, valorizzandone il talento e le competenze personali e abbracciando iniziative a sostegno di chi è in difficoltà, nei confronti della comunità e del territorio.

Ospite illustre della serata, Silvia Biasi, libero della nazionale italiana di sitting volley, di ritorno dalle Olimpiadi di Tokyo. Insieme a Silvia Biasi e all’associazione Energy Family Project, Associazione italiana per bambini e famiglie con agenesia, amputazione e malformazioni agli arti, DeFaveri ha lanciato l’iniziativa #OLTRELAMIAFINESTRA, che nel corso della serata ha premiato 12 scatti fotografici inerenti a questa tematica. La serata è proseguita tra la presentazione e premiazione del team aziendale, la proiezione del nuovo video corporate di DeFaveri e la presentazione del libro autobiografico di Luigi, dal titolo “L’Officina dei Miracoli” che rievoca le origini dell’azienda, raccoglie aneddoti, pensieri, riflessioni, ricordi, ma anche azioni intraprese nelcorso degli anni DeFaveri, per arrivare ad essere quella che è oggi. E che continuerà ad essere domani e dopo domani.

Perché se c’è una filo conduttore che lega tutta questa storia è quello di guardare oltre, oltre la finestra, oltre il proprio tempo, proiettati verso il futuro.

 


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