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25 aprile 2024

Italia

Di Battista: "Renzi è stato preso con le mani nella marmellata"

Bloccata la riforma "salva Berlusconi"

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Di Battista:

ROMA - Il governo cerca di stoppare le polemiche. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi blocca la riforma del fisco: il testo torna in Cdm. Salta dunque la norma spuntata nel condono fiscale che prevedeva la non punibilità quando l'importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato e che, secondo alcune interpretazioni, avrebbe consentito a Silvio Berlusconi di ricandidarsi.

''Non c'è nessuna norma ad personam o contra personam. E non c'è nessun inciucio strano di cui temere'', ha assicurato il premier al Tg5. "Tutte le volte che si parla di fisco è naturale intrecciarsi con uno dei tanti processi a Berlusconi - aggiunge - Noi non facciamo norme né ad né contra personam. Se si pensa che poi ci sia chissà quale scambio, non c'è problema: rimandiamo tutto a dopo le votazioni per il Quirinale e la fine dei servizi sociali di Berlusconi a Cesano Boscone. I professionisti del retropensiero avranno modo di ricredersi".

Renzi, spiegano fonti di palazzo Chigi, ''ha chiesto questa mattina agli uffici di non procedere - per il momento - alla formale trasmissione alla Camera del testo approvato in Consiglio dei ministri''. La proposta del dlgs sui rapporti tra fisco e contribuente, ''tornerà prima in Consiglio dei Ministri, poi alle Commissioni, quindi di nuovo in Consiglio per l'approvazione definitiva entro i termini stabiliti dal Parlamento e cioè entro marzo 2015''.

''Di tutto abbiamo bisogno - sottolineano le stesse fonti - tranne che dell'ennesimo dibattito sul futuro di un cittadino, specie in un momento come questo dove qualcuno teorizza strampalate ipotesi di scambi politici-giudiziari, anche alla luce del delicato momento istituzionale che il Paese si appresta a vivere'''.

"Il nostro governo - precisano fonti di palazzo Chigi - non fa norme ad personam, non fa norme contra personam. Fa norme che rispondono all'interesse dei cittadini. Di tutti i cittadini. Queste norme consentiranno di non avere interpretazioni discrezionali tra commissione tributaria e commissione tributaria, ma finalmente darà lo stesso tipo di pena da Milano a Palermo".

La norma al centro delle polemiche, secondo alcune interpretazioni, avrebbe consentito a Berlusconi di chiedere la revoca della condanna per frode fiscale nel processo Mediaset ed essere quindi libero di candidarsi alle prossime elezioni. L'articolo, il 19bis, contenuto nel decreto legislativo sui rapporti tra fisco e contribuente approvato lo scorso 24 dicembre dal Consiglio dei ministri, prevedeva infatti che "la punibilità è comunque esclusa quando l'importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al tre per cento del reddito imponibile dichiarato o l’importo dell’imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al tre per cento dell’imposta sul valore aggiunto dichiarata".

Appena scoppiata la bufera sulla presunta norma-salva Berlusconi nei decreti delegati, Renzi ha fatto sapere in via ufficiosa che una sentenza passata in giudicato non può essere svuotata da una norma successiva e che, in ogni caso, sarebbe stato pronto a bloccare una norma del genere. Dopo qualche ora è arrivata una nota ufficiosa di Palazzo Chigi, che annunciava il dietrofront.

Fonti di palazzo Chigi prima, avevano però difeso la natura e l'intendimento della riforma: ''I decreti delegati sul fisco segnano una rivoluzione nel rapporto tra fisco e cittadini, tra fisco e aziende. La logica che il Parlamento ha affidato al governo è molto chiara: recuperare più soldi dall'evasione, depenalizzando laddove possibile e contestualmente aumentando sanzioni e pene per i reati che rimangono tali''.

"Oggi in Italia - precisano fonti governative - meno di cento persone su sessanta milioni scontano pene per reati tributari. Il che è assurdo, se pensiamo alle stime, incredibili, dell'evasione nel nostro Paese. Si tratta dunque di cambiare in modo radicale. Questo è l'obiettivo del governo".

Per Alessandro Di Battista del M5S "Renzi è stato preso con le mani nella marmellata. Ha provato a salvare Berlusconi a Natale quando tutti sono distratti ma gli è andata malissimo".

 


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