TREVISO – L’ente Parco del Sile viaggerà senza testa ormai sino alla scadenza del mandato, a fine anno. Nel consiglio dell’altra sera, infatti, si sono tirate le somme delle polemiche delle ultime settimane, ma non c’è stata alcuna resa dei conti.

Non sulle inaspettate dimissioni presentate dal presidente, Alberto Magaton, e dal suo “assessore”, Dimitri Coin, arrivate subito dopo l’elezione di Giorgio Granello alla segreteria provinciale della Lega, né sull’inchiesta avviata dalla Regione per far luce su alcuni aspetti della gestione amministrativa di via Tundera che non sarebbero del tutto chiari, tra cui la riconferma di Stefano Bucci a direttore dell’ente.

“Ho lascito solamente per motivi di lavoro – ha provato a chiarire Magaton, che comunque resterà in carica sino alla fine del mese – anche se le mie dimissioni sono state forse un po’ affrettate, posso dire che i fatti sono stati distorti ed enfatizzati”. E ce n’è stata anche per la questione Bucci, nell’ultimo periodo al centro della bufera. “La decisione è stata presa in termini di efficacia ed efficienza – ha tagliato corto il presidente dimissionario – e i chiarimenti chiesti rientrano nella normale dialettica tra un ente regionale e la Regione stessa”.

Da vedere, però, se la giunta Zaia sarà dello stesso avviso. In tutto ciò Dimitri Coin, avversario di Granello nell’ultimo congresso provinciale del Carroccio sotto le insegne dei “bossiani”, è rimasto in silenzio e poi ha lasciato la sede dell’ente. Per ora avanti così, insomma, senza commissari, ma il clima in riva al Sile è tutt’altro che fresco.