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19 aprile 2024

"DIVIDE ET IMPERA"- breve elogio del complottismo

Categoria: Notizie e politica - Tags: Paolo Sensini, Divide et impera, Siria, iran, U.S.A., Israele, Libia

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Francesca Salvador | commenti | (16)

 

Il 13 settembre 2012 lo storico Paolo Sensini è stato nostro ospite a Vittorio Veneto per le conferenze del 13, in un interessante incontro “Distruggere il Medio-oriente: uno scenario da terza guerra mondiale”

Vorrei oggi presentarvi la sua ultima opera, attraverso la pungente recensione di Alfio Nieri.

Buona lettura,

Francesca

 

 

“Divide et impera. Strategie del caos per il XXI secolo nel Vicino e Medio Oriente” Mimesis, Milano, 2013

 

 

Oggi è di moda l’accusa di “complottismo”.

 

D’altra parte come possiamo pensare che chi stia al potere non dica il vero?

 

Visto che viviamo nel regno della libertà e della trasparenza, come possiamo criticare le nostre fonti informative?

 

Come possiamo pensare che qualcosa di essenziale non ci sia stato detto?

 

In tempi di mobilitazione strategica lo stesso fatto di pensare criticamente è di per sé eversivo. Il culmine della nostra libertà personale sembra sia accettare che i mezzi di comunicazione ci liberino dal fardello della critica.

 

Nel marzo del 2010, Bashar al-Assad, il futuro tiranno siriano, fu decorato ufficialmente da Napolitano, il nostro Presidente della Repubblica. Per la precisione il figlio di suo padre, che all’epoca era buono, meritava il nostro elogio ed ebbe effettivamente la più alta decorazione del nostro paese. L’evento fu realmente memorabile. Assad entrava ufficialmente nel palco dei nostri migliori alleati, assieme al beneamato colonnello Gheddafi. Il presidente siriano venne dunque insignito col più importante titolo onorifico italiano, quello di “Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran cordone al merito della Repubblica italiana”. Il titolo sanciva l’inizio di un’alleanza talmente “profonda” che sarebbe finita, di lì a pochi mesi, con l’accusa di essere a capo di uno ‘Stato canaglia’.

 

Pochi anni prima, nel 2007, il comandante supremo delle forze Nato in Europa dal 1997 al 2000, generale Wesley Clark, aveva letteralmente sbigottito il suo uditorio in un incontro pubblico a San Francisco.

Rendeva di pubblico dominio un breafing avuto poco dopo l’11 settembre 2001.

 

Sosteneva di essere stato messo al corrente dal vice-presidente Cheney e dal ministro della Difesa Rumsfeld dell’intenzione dell‘amministrazione di scatenare una serie di guerre contro Siria, Iraq, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Iran. L’obiettivo era trasformare il “volto” del Medio Oriente prima di essere costretti ad accettare la sfida strategica della prossima superpotenza emergente.

 

Il generale Clark sosteneva che, per costoro, l’esercito americano doveva servire per scatenare guerre e per far cadere governi e non per rafforzare la pace e la stabilità.

La sua opinione era che un gruppo di persone avesse preso il controllo del paese con un colpo di Stato politico. Si trattava di inventarsi nemici per destabilizzare intere aree geografiche e dare così vita a nuovi scenari geopolitici. La strategia americana era sostanzialmente quella di produrre caos: seminare vento per raccogliere tempesta.

 

Il punto chiave non è la menzogna in quanto tale.

Altre volte nella storia l’alleato è diventato il nemico, l’aggressore ha vestito i panni della vittima e la menzogna ha assunto le parvenze della verità. Le bugie sono sempre esistite, ma oggi sembrano molto più credibili che in passato.

Adesso, se una campagna informativa è svolta con un’adeguata potenza di fuoco, qualsiasi cosa può essere creduta vera.

Da sempre ci vengono fornite informazioni “sicure” che non possiamo verificare; però ora lo stesso fatto di porsi in modo critico appare come un elemento di lesa maestà.

In tempi teologici l’uso critico della ragione si chiamava “eresia”; oggi, invece, l’accusa è quella di “complottismo”.

 

In un mondo in cui le cose apparentemente sembrano andare bene, chi afferma il contrario può essere solo un malato, un debole di spirito, un paranoico.

Come si può criticare la bontà e la lungimiranza dell’Impero del bene?

 

Il libro di Paolo Sensini, Divide et impera. Strategie del caos per il XXI secolo nel Vicino e Medio Oriente (Mimesis, Milano 2013, pp. 322, € 24), è un rigoroso tentativo di andare oltre la mostruosa cortina del “politicamente corretto”.

 

L’apparato di note del testo è assolutamente notevole e le chiavi di lettura che il testo permette sono molto variegate.

 

Ciò che balza subito agli occhi è il gigantesco lavoro di scavo fatto dall’autore fra i documenti a disposizione. La quantità di dati circolanti è effettivamente molto ampia nelle pubblicazioni in lingua inglese e francese (meno in italiano).

 

La cosa è molto interessante perché anche all’interno del mainstream si trovano autentiche perle che illuminano parecchi degli eventi recenti. Troviamo le dichiarazioni pubbliche del generale Clark sulla politica estera di Bush riportate poche righe sopra (cfr. p. 122); quelle del generale Fabio Mini, che afferma che la politica estera statunitense nel Mediterraneo è asservita agli interessi israeliani (cfr. p. 107); troviamo chiarimenti relativi all’inquietante rapporto fra sunniti e wahhabiti – per inciso, senza il petrolio e l’aiuto statunitense, i wahhabiti sarebbero solo una setta semiereticale di beduini analfabeti che si è impadronita con la forza della Mecca (cfr. pp. 266-273); e troviamo anche molte ragioni del perché una parte dei siriani stia ancora sostenendo, malgrado tutto, Assad.

 

Fra tutti i documenti risalta di gran lunga la dichiarazione, sicuramente fatta a braccio, di Karl Rove, l’anima nera dell’entourage di Bush che, in un attimo di vera autenticità esistenziale, dice chiaramente: “Ora noi siamo un Impero e quando agiamo creiamo la nostra realtà. E mentre voi state giudiziosamente analizzando quella realtà, noi agiremo di nuovo e ne creeremo un’altra e poi un’altra ancora che voi potrete studiare. È così che andranno le cose. Noi facciamo la storia e a voi, a tutti voi, non resterà altro da fare che studiare ciò che facciamo” (p. 163).

 

I vertici americani sanno dunque di “scrivere la storia” e non si curano affatto della verità, della giustizia e anche degli eventuali danni collaterali. Sull’argomento vi sono un’infinità di problemi aperti: dalla quantità enorme di stranezze dell’11 settembre 2001, all’influenza della lobby israeliana nelle politiche mediorientali degli Stati Uniti.

La cosa interessante è che esiste, e Sensini se ne da conto, un’ampia documentazione. In tale contesto, più che l’informazione puntuale, manca la capacità di formulare i quesiti giusti e di seguire le piste più interessanti.

 

Per esempio, perché nessuno si chiede come sia possibile che l’Arabia Saudita, un paese che non permette il voto e la guida alle donne, sia riuscito a diventare, assieme a Israele, nazione che pratica l’apartheid, il difensore della democrazia e dei diritti umani nel mondo arabo?

 

Come è stato possibile che le petromonarchie più integraliste, come gli Stati sunniti del Golfo Persico, abbiano come peggior nemico l’Iran, un altro petrostato integralista mussulmano, e non Israele, il loro declamato nemico assoluto?

 

I petrostati sciiti e sunniti non dovrebbero essere, come da teologia islamica, alleati per respingere l’influenza di americani e israeliani?

Perché a sua volta Israele, apparentemente uno Stato moderno, l’“unica democrazia del Medio Oriente”, è alleato di queste monarchie medievali?

E ancora: perché Assad, che certamente non è un santo, ha sempre avuto dalla sua una parte della popolazione siriana? Perché in tanti anni non è stata raggiunta nell’area neppure una limitata forma di quieto vivere? Che senso storico ha il tentativo, iniziato un decennio fa dal precedente presidente degli Stati Uniti, di cambiare il volto del Medio Oriente?

 

Le tesi del libro sono molte e non vorrei togliere al lettore il piacere della lettura. Tuttavia, fra tutti i capitoli, segnalo il gustoso I “precedenti storici dell’11 settembre” nella politica estera statunitense.

Si tratta di un capitolo delizioso per brevità e concisione. In queste pagine l’autore mostra alcune costellazioni di eventi che hanno spinto più volte gli Stati Uniti ad agire per “autodifesa”.

 

La trama elementare è quella di un “nemico traditore” che agisce nell’ombra per pugnalare alle spalle l’ingenuo ma coraggioso campione della democrazia; un canovaccio che si ripropone più volte nella storia americana con poche e lievi varianti.

 

La prima guerra provocata da un nemico traditore, fu quella contro la Spagna del 1898. Essa venne dichiarata dopo l’esplosione dell’USS Maine, una nave da guerra alla fonda nel porto dell’Avana. La colpa dell’esplosione fu attribuita d’ufficio agli spagnoli, venne impedita ogni perizia sulle cause del disastro; poco dopo il Maine fu affondato in alto mare, appena in tempo per iniziare una guerra che la Spagna non aveva alcun interesse a fare (cfr. pp. 201-204).

 

Un altro caso molto noto fu quello del Lusitania, un transatlantico civile britannico pieno di materiale bellico (fra l’altro esplosivi ad alto potenziale che esplodono a contatto con l’acqua), che viaggiava a pieno carico di passeggeri in zone dove si sapeva battevano sommergibili tedeschi (cfr. pp. 204-211). Pearl Harbour è un altro esempio paradigmatico.

 

Nel dicembre 1941, la marina americana venne attaccata apparentemente di sorpresa dalla flotta giapponese nelle Hawaii. All’epoca i servizi segreti statunitensi avevano decrittato il cifrario segreto giapponese e seppero con anticipo dell’imminente attacco. Il Presidente Roosevelt aveva bisogno di una scusa per entrare in guerra senza problemi. Alla fine della giornata gli unici veramente sorpresi dal bombardamento furono i marinai americani usati come carne da macello (cfr. pp. 211-218).

 

Anche gli incidenti del Golfo del Tonchino dell’agosto 1964, quelli che provocarono l’intervento in forze degli Stati Uniti in Vietnam, erano una bugia. La vicenda finì talmente male, con l’inglorioso ritiro americano di dieci anni dopo, che gli stessi diretti responsabili politici statunitensi furono costretti ad ammettere pubblicamente la loro colossale frode (cfr. pp. 218-220).

 

Per brevità tralascio tutta la propaganda che diede inizio alla prima e seconda guerra irachena, come la penosa vicenda delle fotografie dei cormorani incatramati, o la serie di false dichiarazioni fatte al Congresso da testimoni compiacenti istruiti per l’occasione dai servizi segreti statunitensi.

 

Quello che a me interessa è fare notare che gli Stati Uniti sono un paese come gli altri. Il Destino Manifesto non impedisce a questo paese di fare tutte quelle brutte figure che sono così consuete nei paesi in cui abitano i comuni mortali.

Certo loro producono telegiornali per tutto il mondo e questo migliora la loro immagine. Per esempio nei pacchetti informativi è implicito chi sia il buono e chi sia il cattivo, così com’è ovvio che loro, che sono buoni, stiano aiutando i buoni.

 

Vorrei solo far notare che anch’io, pur avendo ritenuto certa l’esistenza di Babbo Natale, dopo qualche anno ho smesso di crederci.

 

Alfio Nieri

https://www.carmillaonline.com/2013/12/21/breve-elogio-del-complottismo/

 

qui  un'altra ottima recensione

 

Paolo SENSINI, laureato in filosofia, saggista e storico, è autore de La rovina antica e la nostra (Roma 2006) e de Il «dissenso» nella sinistra extraparlamentare italiana dal 1968 al 1977 (Soveria Mannelli 2010). Ha redatto alcune delle voci apparse nel primo volume de L’Altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico (Jaca Book, Milano 2010) e nel Dizionario biografico degli anarchici italiani (Pisa 2003-2004). Ha inoltre curato l’edizione italiana delle principali opere di Bruno Rizzi, Ante Ciliga, Josef Dietzgene Sergej Mel’gunov.

 

Avviso ai commentatori: per cortesia, attenersi all'argomento specifico.

Ogni commento non pertinente sarà bannato.



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Come noto il complottismo è anche una forma di letteratura ben remunerata e sostenuta da un preciso bacino d'utenza,
Tale ambito creativo catalizza l'interessa di affermati neuropsichiatri.

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Non sono un adepto di nessuna "chiesa" e, tendenzialmente, mi fido un po' solo di ciò che è sostenuto da verifiche sperimentali, sapendo che ciò che è vero oggi domani potrebbe rivelarsi falso.
Capire che c'è del vero anche nei testi "complottisti" senza tuttavia pensare che debba per forza esistere un disegno preordinato verso un Nuovo Ordine Mondiale non mi sembra da sciocchi.
Comunque, ognuno continui a credere a ciò che vuole, io continuo a dubitare...

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Chi decide la pertinenza dei commenti? Il concetto di pertinenza non è un po' troppo elastico e adatto a piegarsi facilmente alla volontà dei censori? E chi censura i censori? Non è meglio lasciare all'intelligenza dei lettori la capacità di giudicare i commenti, come la si lascia per giudicare gli articoli? I lettori di questo blog hanno bisogno di tutela o curatela?

Dubitate, gente, dubitate.

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Pur rischiando il sottoscritto la bannazione eterna, Sig. lucia.marco.3, le farei garbatamente notare di aver postato un commento un tantino im-pertinente. Lei inoltre non sembra comprendere il senso di onnipotenza che conferisce ad una persona insicura ed alla disperata ricerca di autoaffermazione il poter sentenziare: “IO TI BANNO!” . E con un semplice click l’indesiderato viene spazzato via for ever dalla lavagna del blog; che, per certi soggetti “desktop-dipendenti”, coincide con la stessa faccia della terra.
Si immagina che succederebbe se il mondo, ma anche un semplice condominio, fossero governati da persone simili? altro che i perfidi, eternamente complottanti USA…

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Gentile lucia.marco,

non credo sia estremamente difficile capire la pertinenza dei commenti.

Non si tratta di censura di opinioni, ma di attenersi ai temi proposti.

I lettori di questo blog, non hanno bisogno di tutela o curatela, come invece vorrebbe un personaggio di nostra conoscenza, ma hanno bisogno di rispetto.

Fuorviare continuamente le discussioni con decine e decine di commenti fuori tema, denota mancanza di rispetto per i miei lettori e dopo innumerevoli rimostranze desidero che questo accada il meno possibile.

Grazie per il commento, che non condivido, ma è pertinente al soggetto del post.

Perfettamente d'accordo con lei sul fatto che ognuno decide ciò in cui vuole credere, e che sia giusto continuare a dubitare.

Io continuo a fornire informazioni non allineate al mainstream, poi sta a chi legge decidere cosa farne.

Per quanto riguarda il NWO, io ricordo sempre la frase di Rothschild, che ringraziava i grandi giornali per aver taciuto per decenni informazioni riservate, altrimenti non avrebbero potuto percorrere speditamente la strada verso un ordine unificato... poi ognuno creda ciò che vuole.

Cordiali saluti, Francesca

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Tesi allucinogene.. tipo libertarians ...Ron Paul..

:-)
Uno dei piu anti americani essendo americano..

Qui abbiamo giulietto chiesa..mamma mia..

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Portare la discussione sul piano complottista etichettando in tal modo chi denuncia un piano di dominio globale fornendo ducumentazioni e prove di carattere scientifico ad eventi che dipingono "tendenze giustificate" è riduttivo. Riduttivo alla stessa stregua della divisione politica destra-sinistra che in fondo vorrebbe (il condizionale è d'obbligo) dividere chi è a favore di un interesse e chi dell'altro, dividere lavoratori dipendenti e imprenditori, lotte sindacali e interessi finanziari allargati.
E' riduttivo perchè la storia anche quella contemporanea insegna che gli interessi dei lavoratori sono contigui a quelli degli imprenditori e in ultima istanza a quelli della finanza, solo un pò spostati in ordine temporale.
In periodo di crescita gli interessi degli imprenditori fanno gli interessi dei lavoratori e gli interessi stessi degli imprenditori possono fare gli interessi dei gruppi finanziari e lo scopo della politica serebbe quello di non far implodere l'armonia in seguito a vizi di sistema, un pò come fanno i programmatori quando aggiustano un bug software che permette ad un virus di far crollare il sistema informatico.
Purtroppo la realtà è più complessa di un pgm e tanta letteratura si occupa di mettere in allerta che il sistema politico è comprato/viziato da una parte in gioco ovvero dalla finanza e dalle banche la quale parte per tutelarsi cerca di abbattere le barriere sminuendo il lavoro scientifico della letteratura "complottista".
Inutile dire che chi fa politica oltre ad essere l'arbitro delle parti deve essere a conoscenza dei limiti e delle imposture nonche dei vizi tipici delle parti in gioco e mentre i lavoratori protestano per i diritti fondamentali, gli imprenditori per i diritti all'attività il comun denominatore ovvero quello che tutti vogliono ossia la qualità della vita va a scemare perchè viene meno il rispetto del prossimo e qui tutti peccano.
La religione dovrebbe eticamente formare le coscienze ma la religione è in crisi e l'uomo lavoratore, politico, finanziere, bancario, imprenditore è in crisi qualsiasi sia il suo ruolo perchè ha perso di vista il fine ultimo umano che è quello di convivere in pace e armonia con la terra, con gli animali e con gli uomini, ho dimenticato qualcuno? ah si ... gli oggetti e gli extraterrestri

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Cara Francesca, sono sorpreso che una persona come te, convinta che gli US stiano manipolando la politica mondiale, faccia la parte della maccartista bannando chi non è omologo al tuo pensiero alimentando solo una cultura del sospetto. Alcuni commentatori dei tuoi Post sono in effetti pesanti, ma lo sei anche tu nel momento in cui ci dai degli ebeti che non capiscono le vere trame del potere e della politica.

Nel merito. Ho sfogliato il libro oggetto del Post e devo dire che in esso non c'è nulla di storico, ma è solo un saggio argomentativo. Non ho visto nel libro copie di archivi, minute, intercettazioni, insomma tutto quello che richiede un libro di storia che sia veramente tale, cioè fonti certe e documentate. D'altra parte è un libro fatto in pochi mesi, ora anche in svendita del 20% perché non riescono a venderlo, che parla di temi -Medio Oriente e Terza Guerra- che avrebbero bisogno di anni di ricerche. L'autore, Sensini, fa un'ipotesi che sta in piedi avvalendosi di ipotesi, esattamente come io potrei farne uno parimenti interessante sostenendo che gli US sono i gendarmi della democrazia occidentale.

Considero gli US come una costola, e anche mal riuscita, dell'Europa, ma gli do anche atto che da 100 anni sono loro a morire nelle varie guerre mentre noi pestiamo sulla tastiera. Noi facciamo i pacifisti, ma chi muoie sul campo sono loro. Facile fare il finocchio col culo degli altri :-)

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Il Mario Marangon è un VERO MITO del blog!

Buona Pasqua, SuperMario. Anche a tutti gli altri, ovvio. Compresi le bannatirici e gli USA !

PS: per "commentatori pesanti" intendi commentatori importanti -autorevoli -potenti-ponderati (pondus=peso); vero Mario?

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Orpo... Bastanzetti... che Dio mi fulmini... mi sgamma sempre... :-) Quasi mai rileggo quello che scrivo e quindi il testo doveva essere "commenti pesanti". Ma al di là dello sbaglio, a me pare che tutti noi siamo "ponderati". Nessuno fa crociate in questo Blog. Grazie per i complimenti, che ricambio con sincerità, ma se cerca voti -rotti gli indugi del "dubbio"- per la sua augurabile candidatura a Sindaco ci saranno con o senza Blog ;-) Credenti o non credenti, auguri a tutti di buona Pasqua, come archetipo della ri-nascita. Un augurio particolare (ma il perché non lo so) a Carlo Piasentin. Auguri a James il cui destino di questa giornata spero non lo veda servito come piatto. Alla "Graziosissima Direttora" inconsapevole del suo particolare carisma. E naturalmente a Francesca Salvador che dà energia e ritmo al Blog. Un augurio anche al PD di Vittorio perché se è vero che Ncd non sostiene Da Re è chiaro che al ballottaggio saranno tutti voti per Da Re. Amen! :-)

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PER MARANGON: AUTOGOL DE VOIàLTRI…

Scòlta, Mario,

che certe cose le dicessero i vari bastanzetti del web, l’avevo messo in conto. Sono così abituati a scriver bàlle in questo blog, non hanno nessun ritegno, che una più una meno nulla cambia.

Tu non sei così, di solito.

Vorreste leggere quello che scrivo?

Ti sembra che io sia una che censura le persone che non hanno la mia stessa linea di pensiero? Mai fatto.

Questo ho scritto:
“Avviso ai commentatori: per cortesia, attenersi all'argomento specifico.
Ogni commento non pertinente sarà bannato”

Traduzione:

se posto un articolo di geopolitica, non accetterò più che qualche ……. di turno, risponda con “borotalco”.

Se scrivo di medicina, non accetto più che l’”utile idiota” risponda con “dagli all’Assad, avvelenatore del suo popolo!”(per quanto ora bisognerebbe togliere l’utile, e lasciare solo l’idiota, in quanto è ufficiale che il gas lo hanno utilizzato i ribelli come da sempre avevamo affermato).

Se ho voglia di parlare del sesso degli angeli, di sesso si ribatte, e non che il soliti noti partano con le flatulenze… “vaccini-siria-libia-mondine-borotalco-bicarbonato-euro-macedonia….”

Nessuno li obbliga a leggere i post,
nessuno li obbliga a commentare,
ma, visto che il blog è casa mia, e chi commenta è un ospite:

1- si porta rispetto
2- non si dicono bugie su ciò che ho scritto (vedi il bastanzetti, che per quanto sgamato continuamente, continua ad oltranza…)
3- CI SI ATTIENE ALL’ARGOMENTO DEL POST

Per quanto riguarda i commenti alle ipotesi e al libro, il discorso è un po’ lungo, ne parleremo a breve, comunque condivido in toto il commento postato da pierodeola

Ti auguro giorni sereni,
con simpatia,
Francesca

PS ci risentiamo verso il 25 aprile, con un articolo sui partigiani☺ ☺ ☺

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Questo blog non è "casa sua" Sig.ra Salvador. Lei è ospite di oggitreviso come tutti noi. Ognuno di noi è libero di intervenire senza bisogno del suo permesso. Se proprio ha la maniacale necessità di "bannare" gli interlocutori che, proprio perché ci tengono ad oggitreviso, si prendono la briga di ridicolizzare le sue farneticazioni si faccia dunque un giornale per conto suo. Ad esso mai mi sognerei di accedere, perché di esso nulla mi importerebbe.

PS: ovviamente sul gas sparato in Siria ha scritto sopra l'ennesima bugia. Bugie anche il giorno di Pasqua!

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SIRIA, imbarazzo in Turchia e Usa dopo rivelazioni su attacco con gas fatto da ribelli

10 apr 2014


Secondo Seymour Hersh – Premio Pulitzer nel 1970 – l’attacco fu una trappola predisposta dai servizi turchi per convincere Barack Obama a dare l’ordine di attacco alla Siria



Roma, 10 aprile 2014, – Sta provocando grande imbarazzo in Turchia, ma anche negli Usa e nei Paesi occidentali, la ricostruzione fatta dal giornalista americano e premio Pulitzer Seymour Hersh dell’attacco con gas Sarin attibuito lo scorso anno alle forze governative siriane a Ghouta, alla periferia di Damasco, che ha rischiato di provocate una massiccia offensiva aerea da parte degli Stati Uniti. Hersh ha accertato che – come in verità non pochi avevano subito sospettato - furono i ribelli siriani con l’aiuto della Turchia a bombardare il 21 agosto 2013 con il Sarin, facendo decine di morti civili, il sobborgo di Damasco. La ricostruzione di Hersh, molto accurata, si basa in particolare sulle rivelazioni di un ex 007 statunitense.

Secondo Hersh – Premio Pulitzer nel 1970 per un reportage sul gravissimo massacro di My Lai in Vietnam nel 1968 da parte delle truppe Usa – l’attacco fu una trappola predisposta dai servizi turchi per convincere Barack Obama a dare l’ordine di decollo ai piloti di cacciabombardieri incaricati di colpire con forza la Siria. Nei mesi precedenti Barack Obama aveva indicato l’uso di armi chimiche da parte delle forze agli ordini di Bashar Assad come la ‘linea rossa’ che avrebbe provocato un intervento militare americano. Nonostante la smentita di Damasco, che con l’appoggio di Mosca e Tehran, aveva puntato l’indice contro i ribelli, il presidente americano diede ugualmente l’ordine al Pentagono di pianificare un attacco entro il 2 settembre.

Hersh ha scoperto che due giorni prima dell’attacco un rapporto dei servizi segreti britannici dimostrò agli americani che il gas Sarin usato non era quello stipato nei depositi dell’esercito siriano. Obama cercò a quel punto una via d’uscita onorevole, chiedendo prima il voto del Congresso sull’attacco (che fu negativo) e poi la collaborazione della Russia per il disarmo chimico della Siria attualmente in atto. “Sappiamo che che fu una azione ‘coperta’ attuata dagli uomini del premier turco Erdogan per spingere Obama oltre la linea rossa”, ha detto l’ex-007 Usa a Seymour Hersh. Il Sarin infatti era arrivato dalla Turchia. Ankara avrebbe anche fornito l’addestramento all’uso delle armi chimiche.

Queste clamorose rivelazioni si aggiungono a polemiche suscitate a fine marzo dall’uscita della registrazione di una riunione segreta di dirigenti turchi su un possibile intervento militare in Siria. Nella riunione il capo dei servizi segreti Hakan Fidan, proclamò fra l’altro di essere pronto a mandare i suoi uomini in Siria a lanciare missili verso il territorio turco per giustificare un attacco dell’esercito di Ankara.

http://nena-news.it/siria-imbarazzo-turchia-e-usa-dopo-rivelazioni-su-attacco-con-gas-fatto-da-ribelli/
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Francesca, ti assicuro che mi asterrò in futuro da altre critiche e confronti che escano dai principi della discussione da te stabiliti. Metà Treviso mi è nemica e non cerco altre inimicizie :-)

Circa l'autogoal di "voialtri" non so a chi ti riferisci, ma non vedo cricche o congiure organizzate contro di te. O almeno io non vi appartengo. Mi pare, invece, che i commenti e i like siano -tranne pochissime eccezioni- tutti favorevoli ai tuoi scritti.

Sul Saggio di Sensini mi arrendo perché non l'ho letto, ma solo sfogliato :-)

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Mario,
quello che ho scritto, non riguardava te! (ho specificato che ti sei sempre comportato correttamente) non credo che potrei mai esserti "nemica", anzi, non lo sono di nessuno.

Noi due la pensiamo allo stesso modo su alcune cose, e in modo diverso su altre, ma questo stimola il confronto...

Il problema nasce dal bastanzetti, che, non avendo argomentazioni valide sugli argomenti proposti di volta in volta, si lancia in ogni post su risposte che esulano dal contesto, e sinceramente, se gli altri lettori ne hanno le scatole piene, figurati io che devo continuamente rimediare alle sue balle ... a partire da quella in cui prometteva solennemente di non commentare più ;).

Per Sensini, la prima volta che ci vediamo, ti porto il dvd del suo intervento a Vittorio Veneto, così mi dai un parere ex post.

Continua a commentare!
alla prossima,
ciaooo



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Capito Mario? la Sigra Complottista ti dà il permesso di continuare a commentare! basta che quando la vedi fai "arf arf" e scodinzolando le porti le pantofole alla poltrona..

Pazzesco... una cosa che mi incuriosisce sarebbe il conoscere le scuole che ha fatto, gli insegnanti che la blogger sangiacomese ha avuto nella sua vita. Non riesco a immaginare come si possa, dal punto di vista pedagogico, produrre un risultato del genere.

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