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13 dicembre 2024

Montebelluna

DOPO LA MORTE DI MOROSINI UN DEFIBRILLATORE IN OGNI IMPIANTO SPORTIVO

Progetto del Credito Trevigiano: non sponsorizzerà più le squadre che non hanno l'apparecchio salva-vita

| Matteo Ceron |

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DOPO LA MORTE DI MOROSINI UN DEFIBRILLATORE IN OGNI IMPIANTO SPORTIVO

MONTEBELLUNA - Un defibrillatore in ogni campo sportivo. E l’obiettivo che Credito Trevigiano vuole realizzare dopo la tragica morte del calciatore Piermario Morosini sul campo di calcio del Pescara. Il Comitato Esecutivo ha chiesto alla struttura bancaria di elaborare un progetto di sensibilizzazione del mondo sportivo,successivamente da allargare ad altre organizzazioni, per la dotazione di questo strumento salvavita.

Sarà un progetto curato assieme al Gruppo dei Volontari del Soccorso Croce Bianca, sezione di Vedelago e di Montebelluna (57 di Vedelago e 51 di Montebelluna, tutti soci o clienti della banca) e della società di mutuo soccorso VITAPIU', di cui la banca è l'unico socio sostenitore.

Si tratta di individuare le agevolazioni finanziarie per l'acquisto dei defibrillatori, formare un gruppo d’acquisto e realizzare un corso di formazione gratuito rivolto agli allenatori ed agli atleti, almeno il capitano, per l''utilizzo dell'importante strumento.

“Ogni società sportiva - afferma Nicola Di Santo presidente di Credito Trevigiano - deve avere a bordo campo uno strumento ed una persona per l’emergenza in caso di arresto cardiaco. Credito Trevigiano,dal prossimo anno, non sponsorizzerà più le società sportive che non siano dotate del defibrillatore. Si prevede pure di realizzare alcune iniziative di solidarietà ,in collaborazione con gli enti pubblici, per raccogliere fondi da destinare ad acquisto di defibrillatori da collocare in palestre, scuole, luoghi pubblici in genere su apposite colonnine a disposizione della cittadinanza".

Credito Trevigiano non è nuovo a questo tipo di iniziative: dal 22 settembre 2010 le principali filiali della banca sono dotate di defibrillatori salvavita per le emergenze cardiache e sono stati addestrati 15 dipendenti della banca, presidente compreso, certificati ed abilitati dal SUEM di Treviso.

“Anche se gli esperti dicono che un caso come quello capitato al calciatore Morosini può succedere una volta su mille, una vita vale più di mille dubbi - conclude il presidente Di Santo - e Credito Trevigiano pratica il principio che è meglio prevenire che curare.”

 


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Matteo Ceron

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