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18 aprile 2024

Treviso

Droga, un 13enne su 4 l'ha provata almeno una volta

Il Ceis di Treviso scrive ai sindaci della Marca e lancia una campagna si sensibilizzazione: "Assistiamo al ritorno al consumo di sostanze come l’eroina fra i giovanissimi"

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Droga, un 13enne su 4 l'ha provata almeno una volta

TREVISO - Martedì 26 giugno si celebra la Giornata mondiale contro il consumo e il traffico di droga. Per l'occasione Daniele Corbetta, presidente del Ceis Treviso, la cooperativa sociale che da anni gestisce diverse comunità terapeutiche per l’accoglienza, la cura e il reinserimento di persone con dipendenza da sostanze stupefacenti, ha scritto una lettera ai sindaci della provincia di Treviso con la richiesta di tenere alta l’attenzione su questi temi.

Questa problematica sembra uscita dal dibattito pubblico mentre un tredicenne su quattro dichiara di aver già provato una sostanza illegale e assistiamo ad un ritorno di sostanze come l'eroina che pensavamo di aver debellato. 

“Queste ricorrenze - scrive Corbetta nella lettera - possono apparire spesso retoriche o superficiali. Sarei tentato dal condividere questo approccio, se non fosse per il fatto che il dibattito attorno al problema delle sostanze stupefacenti abbia raggiunto forse il livello più marginale da quando, ormai vent’anni fa, ho deciso che il sostegno alle persone e il contrasto alle droghe diventassero il mio lavoro”.  

Oggi oltre il 25% dei ragazzi delle scuole medie dichiara di aver assunto almeno una volta una sostanza illegale, un terzo di loro senza avere idea di quale. La cannabis e la cocaina rimangono le sostanze più diffuse seguite dalle sostanze sintetiche. Come se non bastasse assistiamo, nel silenzio generale, ad una recrudescenza dell’eroina. Secondo l’osservatorio europeo delle droghe in Italia 205mila italiani nel 2015 hanno fatto uso di eroina. L’eroina al giorno d’oggi non solo si inietta in vena ma si sniffa o si fuma e i consumatori, spesso giovanissimi, la trovano a 5 euro al grammo.  

“Il caso dell’eroina è emblematico e preoccupante - prosegue Corbetta. - Chi ha vissuto il dramma della “roba” negli anni 70’ e 80’ sa bene quale incubo sia stato per un’intera generazione. L’esperienza diretta, i lutti personali, le campagne di sensibilizzazione legate all’immagine terribile di chi veniva mangiato da questo veleno, sembravano aver prodotto un moto di rifiuto definitivo nell’opinione pubblica. Un moto di cui le nuove generazioni sembrano non aver memoria e che non sembra essere fra le priorità di stampa, istituzioni e società”.  

Il Ceis ha lanciato in contemporanea sui canali social, una mini-campagna chiamata #LiberiDi in cui i soci della cooperativa, gli operatori e i volontari delle strutture, si sono fatti delle foto con un cartello in cui sottolineano tutte le cose importanti della vita a cui è costretto a rinunciare chi incontra la “schiavitù della dipendenza”. L’appello ai sindaci, massime autorità locali in materia di salute, è quello di fare rete assieme alle agenzie educative, le famiglie, gli organi di informazione e i servizi pubblici coinvolti nella tutela della del benessere delle comunità.  

“Abbiamo bisogno oggi di una nuova attenzione, di nuove forze in campo soprattutto a livello culturale, di non aver paura di utilizzare il termine “droga”, di non darlo per scontato, di lavorare con giovani e di fare rete fra agenzie educative - conclude il presidente del Ceis Treviso - Le droghe sono ancora un problema terribilmente reale anche nelle nostre città. Ci siamo rivolti ai sindaci perché sappiamo che interpretano con grande sensibilità il ruolo che la legge affida loro di massima autorità sanitaria. Lavorare in rete è fondamentale di fronte a questo fenomeno terribile e in continua evoluzione”.

 



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