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29 marzo 2024

Esteri

Egitto, golpe dei militari

Morsi agli arresti

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Egitto, golpe dei militari

IL CAIRO - "Un golpe militare" è in corso in Egitto. "I carri armati hanno iniziato a muoversi nelle strade". E' il 'tweet' di un portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad al-Haddad, stando a quanto riporta il sito web della 'Bbc'.

In Egitto è in atto un "golpe militare". Lo ha detto Essam al-Haddad, membro dell'Ufficio della Guida dei Fratelli Musulmani, nonché consigliere del presidente Mohamed Morsi, citato dalla tv britannica Bbc.

Il presidente egiziano, Mohamed Morsi, riferiscono fonti della sicurezza,sarebbe stato colpito da divieto di espatrio. Secondo le fonti, oltre al capo di Stato, sarebbero stati colpiti dal provvedimenti altri esponenti della Fratellanza. Intanto si rincorrono, tra conferme e smentite, le voci che Morsi sarebbe stato messo agli arresti domiciliari dalle forze armate. La notizia, diffusa dalla tv privata egiziana 'al-Hayat', tuttavia, è stata subito smentita da una dichiarazione di un portavoce di Morsi alla 'Bbc'.

Nuovi scontri si sono registrati da ieri vicino all'Università del Cairo, a Giza, tra sostenitori e oppositori del presidente egiziano Mohamed Morsi: almeno i 16 morti e 200 i feriti . Lo ha reso noto il ministero della Salute. Le violenze sono scoppiate prima del discorso di Morsi, che - rivendicando la propria legittimità - ha detto in un discorso televisivo che non farà alcun passo indietro.

Dall'inizio delle proteste contro il presidente, eletto lo scorso anno, il bilancio delle violenze in Egitto parla di almeno 30 morti e più di 1.400 feriti. Nel suo discorso di ieri notte, Morsi ha detto di essere pronto a sacrificare la sua vita come ''prezzo per la legittimità''.

Sulla sua pagina Facebook il Consiglio Supremo delle Forze Armate egiziane (Scaf), guidato dal ministro della Difesa e capo di Stato Maggiore delle Forze Armate, generale Abdel Fattah al-Sisi, aveva scritto: ''Giuriamo che sacrificheremo anche il nostro sangue per l'Egitto e la sua gente, per difenderla dai terroristi, dagli estremisti e dai pazzi''.

Il partito di opposizione egiziano Dustour, guidato da Mohamed El Baradei, aveva rivolto un appello alle Forze armate egiziane affinché ''proteggano'' la popolazione. ''Chiediamo all'Esercito di proteggere gli egiziani perché il presidente Mohamed Morsi ha perso la testa'', si legge in un comunicato in cui si accusa Morsi di ''incitare'' di fatto alla violenza con le sue scelte.

Già da questo pomeriggio migliaia di manifestanti si sono recati in piazza Al-Qaed Ibrahim Square nel centro di Alessandria per chiedere le dimissioni del presidente Mohamed Morsi. La città dell'Egitto settentrionale è stata teatro la scorsa settimana di violenti scontri tra oppositori e sostenitori di Morsi, costati la vita a tre persone.

"La road map per far uscire l'Egitto dalla crisi deve basarsi sulla legittimità - si legge in un comunicato della presidenza egiziana, citato dalla tv 'al-Arabiya'-. Lo scenario che qualcuno sta imponendo è rifiutato dal popolo". In merito quindi all'intervento dell'esercito, il cui ultimatum alle forze politiche egiziane scade in questi minuti, la presidenta precisa che "è sbagliato schierarsi una delle due parti in causa".

Tre rappresentanti di al-Azhar, la massima istituzione del mondo sunnita, si sono dimessi dal Consiglio della Shura (la Camera Alta del parlamento egiziano). Lo riferiscono i media locali, secondo cui i tre dimissionari sono Abdel Dayem Noseer, consigliere per l'istruzione del Grande Imam di al-Azhar, Mohamed Mehanna e Abdel Hadi al-Qasabgy. Noseer ha motivato in una lettera le sue dimissioni, spiegando che il discorso pronunciato dal presidente Mohamed Morsi a suo parere "ha aperto le porte allo scontro tra i cittadini della stessa Nazione". Sono già trenta i parlamentari del Consiglio della Shura che hanno rassegnato le dimissioni dall'inizio della crisi in Egitto.

(Adnkronos/Aki)

 


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