ELETTRODOTTO, PROVINCIA: "SENZA LE DISMISSIONI NON SI TRATTA"
Dura replica del Sant'Artemio all'aut aut di Terna
| Mauro Favaro |
TREVISO – Affaire mega elettrodotto da 380 mila volt. Se Terna mostra i muscoli, quasi minacciando che se i sindaci non scenderanno a patti pianterà i piloni d’imperio senza demolire altre linee, stavolta la Provincia non è affatto da meno.
«Abbiamo più volte riunito i vertici della società e i Comuni per provare a giungere a una soluzione condivisa – spiega l’assessore provinciale all’Ambiente, Alberto Villanova – ma, come previsto nel progetto che ci è stato presentato, riteniamo la dismissione delle tre linee attualmente esistenti (una da 220 mila e due da 132 mila volt, ndr) quale condizione necessaria per valutare l’opera».
Tradotto: davanti agli aut aut e agli ultimatum gli enti locali non trattano nemmeno. E così il Sant’Artemio entra in gamba tesa sulle concertazioni (difficili, per la verità) in corso tra i vertici di Terna, autrice del progetto della nuova linea da 380 mila volt tra la centrale di Scorzè e il nodo di Volpago, e gli undici sindaci (con Zero Branco, Morgano, Quinto, Paese, Trevignano e Volpago in prima linea), assieme al Parco del Sile, che hanno appena chiesto aiuto a Provincia e Regione.
«La dismissione delle tre linee comporta la liberazione di un migliaio di edifici che attualmente si trovano al di sotto di cavi elettrici – conclude l’assessore – il nuovo elettrodotto, invece, passerà distante dai centri abitati».