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25 aprile 2024

Treviso

Epidemie di serie A ed epidemie di serie B

EDITORIALE - Cessata l’undicesima epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Ebola

EDITORIALE - La fine dell’undicesima epidemia di Ebola nella Repubblica Democratica del Congo ha sortito l’interesse di un istante, in buona parte del mondo. Il Covid, con la sua diffusione esponenziale non lascia tempo e attenzione ad altro: giusto o sbagliato che sia, è così.

In realtà si tratta di una notizia di grande rilevanza scientifica anche a fronte dell’evolversi di questa malattia terribile dato che rispetto all’epidemia precedente che ha flagellato quest’angolo di Africa per quasi 2 anni dall’agosto 2018 al giugno 2020, il tasso di mortalità è sceso in maniera rilevante. Nella decima epidemia infatti sono morte 2.287 pari ad un tasso di mortalità del 66% mentre il focolaio da poco cessato ha registrato un tasso del 42,3%.

“Le lezioni apprese dalle epidemie precedenti hanno permesso di gestire meglio la situazione, adattando gli interventi a contesti molto diversi. Durante la decima epidemia, la nostra risposta ha incontrato la resistenza di alcune comunità locali perché troppo centralizzata. Questa volta MSF ha scelto un approccio decentrato, informando e coinvolgendo le comunità sull’azione medica e i meccanismi di monitoraggio in corso, e formando il personale sanitario locale per migliorare l’accesso alle cure delle persone”. Ha dichiarato Guyguy Manangama, Responsabile medico di MSF (Medici Senza Frontiere,) per la gestione dell’epidemia, spiegando così le ragioni di questo dato positivo.

La direttrice regionale per l'Africa dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Matshidiso Moeti, ha scritto su Twitter dopo l’annuncio della fine dell’undicesima epidemia: "La vittoria su uno dei patogeni più pericolosi al mondo in comunità remote e di difficile accesso dimostra cosa è possibile fare quando scienza e solidarietà si uniscono. La tecnologia utilizzata per mantenere il vaccino anti-Ebola a temperature estremamente basse sarà utile anche per il vaccino anti-Covid. Affrontare l'Ebola parallelamente a Covid-19 non è stato facile ma gran parte delle competenze che abbiamo costruito contro una malattia sono trasferibili alla lotta contro un'altra, e confermano l'importanza di investire nella preparazione alla gestione delle emergenze e nello sviluppo delle capacità di reazione locali".

Una notizia positiva, carica di speranza ma che induce anche a riflettere. Se in luoghi impervi e remoti, dove sovente le condizioni igienico-sanitarie sono proibitive si è riusciti a sconfiggere ancora una volta un focolaio di Ebola (in un momento in cui è in atto anche una pandemia da Covid-19), viene da chiedersi se non sia però più arduo affrontare un’epidemia in contesti più “civilizzati”.

Già perché solo in Veneto la pandemia ha infettato complessivamente 145.592 dei quali 80.665 sono tutt’ora positivi, provocando la morte di 3.711 persone, ma guardandosi attorno, ascoltando i commenti delle persone, sembra che i problemi siano altri.

Le urgenze più sentite non sono preservare la salute dei propri cari, o la nostra ma poter uscire a cena fuori, andare in vacanza, bere liberamente lo spritz con gli amici al bar, senza fastidiosi vincoli. Indiscutibilmente il Covid non è l'Ebola, lungi da me l'intento d'insensati raffronti, ma resta il fatto che le priorità individuali non coincidono con quelle del benessere collettivo e questo è semplicemente schizofrenico.

 

Il Direttore
 

 


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