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20 aprile 2024

Treviso

Ernia del disco, all'ospedale di Treviso pazienti operati e dimessi in giornata grazie ad una tecnica innovativa

A rendere possibile il tutto è l’utilizzo della chirurgia mininvasiva ancora poco diffusa in Italia e applicata in pochi ospedali in Veneto

| Isabella Loschi |

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intervento chirurgico

TREVISO - Pazienti operati di ernia del disco e dimessi in giornata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. A rendere possibile il tutto l’utilizzo di una tecnica, mininvasiva, recentemente adottata all’interno della Unità Operativa Complessa di Neurochiurgia di Treviso, diretta da Giuseppe Canova e gestita dall’Unità Operativa semplice di Neurochirurgia Spinale, che ha come responsabile Jacopo Del Verme.  L’ernia del disco è una patologia abbastanza diffusa e colpisce indifferentemente uomini e donne, più frequentemente sotto i 65 anni; oltre questa età è più sovente la stenosi del forame, conseguente a patologia artrosica degenerativa della colonna vertebrale.

 “La nuova tecnica transforaminale endoscopica per effettuare la foraminotomia o l’asportazione di ernia del disco, ancora poco diffusa in Italia e applicata in pochi ospedali in Veneto, a Treviso è eseguita grazie alla sinergia e collaborazione tra varie realtà del Ca’ Foncello, tra cui direzione medica, ortopedia, day surgery, anestesia e rianimazione ed alle équipes infermieristica e dei tecnici di Neuroradiologia– spiega il dottor Del Verme. Un particolare ringraziamento va anche ai dottori Roberto Zanata ed Enrico Giordan che condividono con il sottoscritto il percorso e la crescita di tale tecnica.  Il successo della nuova tecnica è pari all’intervento tradizionale, ma con vantaggi di ripresa e conservazione delle strutture anatomiche decisamente superiori”. 

 “Questa tecnica prevede l’utilizzo di un endoscopio per il trattamento di alcune tipologie di ernie del disco e delle compressioni radicolari da stenosi del forame intervertebrale – spiega il responsabile, dottor Del Verme. Al paziente viene praticata una microincisione, della misura di un centimetro e mezzo circa, rispettando completamente le fibre muscolari che, a differenza che nell’approccio classico non vengono staccate dall’osso ma solo attraversate: in questo modo si rispetta l’anatomia, permettendo così una veloce ripresa del paziente. Nel giro di due ore può essere già in piedi e la dimissione avviene nella giornata stessa dell’intervento. Una bella differenza per il paziente, che riduce drasticamente sia i dolori postoperatori che i tempi di ripresa”. 

Per la presa in carico dei pazienti per i quali è praticabile questo tipo di intervento mininvasivo, nell’ambito dell’Unità Operativa complessa di Neurochirurgia del Ca’ Foncello è stato creato un percorso ad hoc, che conta su équipe, posti letto e sedute operatorie dedicati, con una previsione di circa un centinaio di interventi l’anno. 

 


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Isabella Loschi

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