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25 aprile 2024

Treviso

EVASIONE DA 25 MILIONI DI EURO

La guardia di Finanza scopre una maxievasione nel Trevigiano: 18 denunce

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EVASIONE DA 25 MILIONI DI EURO

Treviso - La Guardia di Finanza di Treviso ha scoperto un'evasione fiscale internazionale di 25 milioni di euro: sette le aziende coinvolte del settore metalmeccanico, una trevigiana e sei dell'area balcanica. Ci sono voluti dodici mesi di minuziose indagini economico che hanno permesso di scoprire e reprimere un insidioso fenomeno di frode fiscale internazionale, realizzata per mezzo di aziende estere con “stabili organizzazioni” occulte operanti sul suolo italiano.

Si tratta dell’ultima consistente operazione messo a segno dai finanzieri del Comando Provinciale di Treviso, conclusosi nei giorni scorsi, che ha visto protagoniste una società trevigiana e sei aziende dell’area balcanica (Slovenia, Croazia e Bosnia-Herzegovina). Per “stabile organizzazione” secondo il diritto internazionale si intende una struttura autonoma e funzionale di un’azienda estera, operante in via continuativa sul territorio nazionale e, quindi, soggetta a tutti gli obblighi contabili e tributari esistenti in capo alle società italiane.

Il sospetto della presenza permanente in Italia di tali soggetti giuridici esteri è venuto alla luce sin dalle fasi preliminari della verifica fiscale condotta nei confronti dell’impresa trevigiana e, a tal scopo, fondamentali per la ricostruzione della frode si sono rivelati gli interventi ispettivi eseguiti dagli investigatori presso le varie sedi operative della stessa azienda; in tale contesto, le ispezioni fiscali e l’identificazione di tutto il personale delle sei società estere impiegato in attività lavorativa, hanno consentito di pervenire ad una completa mappatura dell’organizzazione operativa in Italia delle aziende straniere.

Le indagini fiscali delle Fiamme Gialle, corroborate dall’attento studio della vigente normativa nazionale ed internazionale, hanno permesso di individuare nella Marca la presenza di autonome e permanenti strutture aziendali per ciascuna delle sei società estere, classificate dagli investigatori come “stabilmente organizzate”, in quanto operative con propri cantieri di costruzione ovvero di montaggio sul territorio nazionale da più di un anno, in virtù di contratti di appalto stipulati “ad hoc” con la committente trevigiana, contratti con cui le parti hanno, di fatto, dissimulato somministrazioni di manodopera in violazione della “Legge Biagi” che disciplina il mercato del lavoro.

L’attività ispettiva posta in essere nei confronti delle società estere ha fatto emergere che queste ultime, avendo operato in Italia in forma occulta, nonostante la presenza di una stabile organizzazione aziendale, sono risultate “evasori totali”, avendo omesso di presentare le dichiarazioni fiscali e di versare quanto dovuto al fisco.

Inoltre, le investigazioni hanno consentito di acclarare anche la commissione di altri illeciti penali su scala internazionale, quali l’intermediazione abusiva di manodopera e l’immigrazione clandestina. Proprio per quest’ultima ipotesi, è stata richiesto alla competente autorità giudiziaria - unico caso, sinora, nel trevigiano - il sequestro preventivo degli immobili adibiti ad alloggio dei soggetti stranieri irregolari (proposta tuttora al vaglio degli organi inquirenti).

Complessivamente l’operazione di servizio svolta dal Nucleo di Polizia tributaria di Treviso, che ha palesato numerose problematiche procedurali connesse sia al reperimento all’estero di soggetti ed informazioni tese ad avvalorare le ipotesi di frode fiscale perseguite, sia agli atteggiamenti reticenti dei rispettivi responsabili, ha consentito l’accertamento di redditi sottratti a tassazione in Italia per circa 25 milioni di euro e il deferimento all’autorità giudiziaria di diciotto soggetti coinvolti, a vario titolo, in reati tributari ed in violazioni penali riguardanti la normativa sull’immigrazione e sul lavoro, oltre all’individuazione di tutti quei beni mobili e immobili (compresi conti bancari in Italia e all’estero) in possesso degli indagati e delle società coinvolte, quale patrimonio aggredibile per le successive azioni cautelari dell’Amministrazione finanziaria.

L’intera attività si inserisce nel contesto di una mirata pianificazione ispettiva del Corpo della Guardia di Finanza nell’ambito del contrasto all’evasione fiscale internazionale, finalizzata a stanare e perseguire i fenomeni fraudolenti maggiormente insidiosi e dannosi, sia in termini di mancato gettito tributario, sia a tutela del sistema economico legale inteso nel suo insieme.

 


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