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20 aprile 2024

Castelfranco

LA FARMACIA È CHIUSA MA L’INSEGNA RIMANE: CAOS TRA I CLIENTI

A Treville la gente ci arriva davanti ma non capisce che non è più in attività, non trovando l'unica farmacia in paese che invece funziona

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Castelfranco – Una storia paradossale quella che arriva da Treville. Sulla vecchia farmacia del paese vengono mantenute le insegne e pare che per ripicca la titolare, che tre anni fa ha perso la concessione, continui a pagare l’affitto per fare dell’ostruzionismo all’unica farmacia in attività in paese.

La farmacia di fronte alla prima rotonda che si trova arrivando a Treville da Castelfranco è chiusa da oltre due anni, ma continua a mantenere le insegne e c’è pure il distributore per i preservativi. Pare sia in attività. Invece non è così. La cosa è di intessere pubblico, in quanto gli effetti di quella che ha tutto l’aspetto di un baruffa tra colleghi si fanno sentire in chi è alla ricerca di un medicinale e si trova spiazzato.

Perché se la farmacia di Treville è quella che presta servizio nel circondario per 24 ore su 24 e la gente arriva da fuori, capita che si fermi davanti a quella che ha cessato l’attività e continui a suonare il campanello senza ottenere risposta. E magari alla fine se ne va senza ottenere nulla e parte alla ricerca di un’altra farmacia a chilometri di distanza. Lo conferma il dottor Francesco Rossato della Farmacia “Ai due Angeli”, l’unica in attività in paese.

«La cosa si ripercuote sulla gente – dice –. Se uno viene da fuori e non sa si ritrova davanti ad una farmacia chiusa da circa due anni dove non risponde nessuno. Magari capita di notte ed ha una persona in macchina che sta male ed ha bisogno urgente di un medicinale. C’è chi è stato costretto ad andarsene». «Nell’ultimo fine settimana in cui eravamo di turno – racconta il dottor Rossato –, la gente continuava a suonare al campanello dove c’era la vecchia farmacia non sapendo che in realtà è chiusa. Alla fine siamo stati contattati da un cliente arrabbiato perché non capiva come mai non rispondeva nessuno nonostante fossimo di turno, ci siamo recati lì ed abbiamo visto che erano in tredici persone fuori ad aspettare. Nell’arco del fine settimana abbiamo ricevuto oltre trenta telefonate per lo stesso motivo».

La legge parla chiaro. Non si tratta di un’insegna che pubblicizza una normale attività commerciale, bensì un servizio legato al settore sanitario, e quindi non può rimanere. «Il giorno dopo abbiamo chiamato i vigili affinché intervengano e facciano togliere l’insegna – spiega ancora -. Ma ancora non si sono mossi. La legge dice chiaramente che non può rimanere un’insegna di farmacia se l’attività è cessata. È un servizio pubblico che deve essere garantito e non si possono creare situazioni di questo tipo».

Una situazione generata al momento dello sblocco del concorso relativo all’assegnazione definitiva della farmacia di Treville. La titolare della farmacia ora chiusa aveva una concessione provvisoria. Il concorso, secondo il copione di una storia all’italiana, era rimasto bloccato per quasi trent’anni, cioè dal 1978. Al momento di lasciare il posto erano nate delle controversie che come si capisce si protraggono tutt’oggi.

«Al momento dello sblocco della graduatoria del concorso – spiega sempre Rossato – la titolare aveva deciso di non liberare i locali ed era stata avviata un’azione legale che si protrae tutt’ora. Noi, che in teoria avremmo dovuto insediarci lì, avevamo dovuto spostarci di circa ottocento metri fuori dal centro del paese, dove siamo rimasti fino ad un paio di mesi fa. Ci risulta che lei abbia continuato a pagare l’affitto pur di mantenere l’insegna e fare dell’ostruzionismo».

 


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