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29 marzo 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

FARRA BLINDA LE COLLINE DEL PROSECCO E I PALÙ

Piano Casa: il Comune sceglie di tutelare le aree collinari

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Farra di Soligo – La delibera del consiglio comunale di Farra di Soligo sul Piano Casa fissa alcuni limiti all’applicazione dello stesso atto legislativo regionale. 
«Abbiamo cercato di recepire lo spirito della legge regionale – spiega il sindaco Giuseppe Nardi – ovvero di sostenere il rilancio dell’edilizia, favorendo l’ampliamento degli edifici esistenti, le ristrutturazioni e promuovendo gli interventi di bioedilizia premiando il ricorso alle energie rinnovabili. Ma allo stesso tempo abbiamo voluto garantire la tutela del territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico e urbanistico. Per questo, dove ci era consentito dall’atto normativo regionale, siamo intervenuti ponendo dei paletti e delle restrizioni».

Nel dettaglio, saranno esclusi dalla possibilità di aumenti di volumetria e dalla possibilità di demolizione e ricostruzione gli edifici in zona collinare, nell’area dei Palù e nei siti di importanza comunitaria (SIC). Nelle zone agricole gli interventi saranno possibili solo in aderenza e non su nuovi corpi edilizi separati. 

Il piano casa del Veneto prevede l’ampliamento del 20% per le abitazioni e per gli immobili non residenziali, anche in deroga agli strumenti urbanistici vigenti. A Farra, però, non sarà consentita la deroga rispetto alle disposizioni di piani e regolamenti vigenti in materia di standard urbanistici, dotazione di servizi, altezze, distanze dai confini, dalle strade e dagli edifici, e di tutela della sicurezza idraulica.

«Le opposizioni ci avevano chiesto di porre termini più restrittivi agli ampliamenti alle prime case – aggiunge il sindaco Nardi – ma in questo senso non avevamo spazio di manovra: la Legge Regionale è chiara quando lascia ai Comuni facoltà di intervenire fatta eccezione per le prime abitazioni. Se avessimo voluto forzare le cose limitando gli ampliamenti alle prime case avremmo rischiato di produrre un atto illegittimo e di dare spazio al sorgere di contenziosi. L’amministrazione comunale non può che augurarsi che la Regione faccia un passo indietro e ponga, o permetta agli enti locali di porre, dei limiti anche in materia di ampliamenti alle prima case. Per ora abbiamo le mani legate».

In foto: vigneti a Credazzo (Foto Galifi)

 


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