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23 aprile 2024

Treviso

"Fen na paestra anca pae suore"

Scarabel e Paludetti cantano la soluzione ai guai di San Giacomo

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Immagina la Sfiga fatta Persona. Chi assomma in sé mille ed un male: “la rabbia, la scabbia, la gotta, l’eczema; la sars e poi l’eritema..”, per dirla con la canzone, che più che una diagnosi sembra un estrema unzione, resa popolare da “Viva Radio 2” di Fiorello.
Ora immagina la Sfiga incarnata in un Quartiere. E magicamente vedrai apparire piazza Fiume. Dopo tanto protestare, o litigare, per una sera i sangiacomesi hanno deciso di ridere delle loro disgrazie: dalla nonpalestra al centro di guida rumorosa, dal sempre giovane problema del traffico alla chiesa che mostra i segni dei tempi. Ne hanno fatto una canzone. Scritta dal non sangiacomese, ma comunque arguto, Danilo Bernasconi, è stata portata da Giovanni Paludetti e Guglielmo Scarabel sul palco del Sangio in occasione della festa patronale a fine luglio.
La musica è la stessa di “La peste, la lebbra…”. La sfiga, pure.
E quindi via cantando ed enumerando: “gli odori, i rumori/ la puzza de pi-i-i-i-t” (della zona Campardo); ma anche “le strisce che mancan in mezzo alla strada / la Torre di Veglia quasi desfada” (malgrado un avveniristico progetto di risistemazione di cui parlò anche il Quindicinale); e allora, al posto del ritornello “Però ti amo/ io ti amo” c’è il mantra “Sopportiamo/sopportiamo”. Poi sul palco Scarabel/prete: “La cesa l’è vecia/ il sofito che casca/ Forza e coraggio/ e man alla tasca”.
E allora “Paghiamo/ sì, paghiamoooo”
E per il traffico? “Avarie na idea / par sta baraonda / Cavene la cesa/ geh fen na rotonda”.
Con un po’ di residuo ottimismo: “In certi casi un sistema si trova/ chissà che no i fae na bea Villanova”. Gigi sentitamente ringrazia….
E allora “Aspettiamo/sì, aspettiamoooo”.
Gran finale con Scarabel in fascia tricolore, e dubbioso: “Le moneghe va/ le moneghe resta/ ma cossa farene/ inveze dea palestra? Un bar coi giochi un parcheggio privato/ Un sexy shop o un supermercato”. Fino al colpo di genio politico del finale: “Fen manco baruffe e un gesto d’amore/ ghe fen na paestra anca pae suore!”

 



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