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25 aprile 2024

Conegliano

Francesca, da Vazzola agli Usa per realizzare il suo sogno

Originaria di Tezze di Piave, studia la molecola microRNA all’Ohio State University

| Alberta Bellussi |

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| Alberta Bellussi |

Francesca, da Vazzola agli Usa per realizzare il suo sogno

La Commissione europea, in uno studio del 2017, ha sostenuto che il numero dei giovani italiani altamente qualificati emigrati all’estero è cresciuto rapidamente dal 2010 in poi. E’ un dato che non puo’ essere ignorato in quanto la cosiddetta “fuga di cervelli”, a medio e lungo termine, puo’ compromettere le prospettive di crescita economica dell’Italia ma non solo perchè la cosa peggiore è la perdita netta e permanente di capitale umano altamente qualificato, a danno della competitivita’ dell’Italia.

 

Durante gli anni Ottanta, all’estero, c’erano circa duemila nuovi dottori di ricerca italiani l’anno e pochi di piu’ nel corso dei Novanta; mentre nel 2016 25.000 laureati di tutte le età hanno fatto le valigie e sono volati oltreconfine per trovare un'occupazione adeguata agli studi sostenuti, ai progetti di vita, ai sogni professionali e alle proprie attitudini. Francesca Lovat, biologa originaria di Tezze di Piave è uno dei cervelli in fuga che, dopo un’esperienza nei laboratori di ricerca italiani, ha preso al volo una proposta che veniva dagli USA.

 

E’ partita nel 2008 con il suo zaino pieno di coraggio, volontà e voglia di realizzare il suo sogno di ricercatrice. Sono 10 anni che vive lì e l’America ha regalato a Francesca la professione che ama e anche una serena vita affettiva. Francesca è sempre stata una ragazzina determinata, vivace, piena di entusiasmo per la vita e con le idee molto chiare; lei è anche mia cugina e, da sempre, ammiro la sua grande determinazione e la sua forza di volontà.

 

Ho chiesto che ci raccontasse un po’ come è l’avventura di un laureato italiano che parte dalla sua terra e trova accoglienza in un mondo lontano dal suo; un mondo che alla fine regala anche la realizzazione di un sogno perchè all’estero, più che in Italia, vengono premiati i talenti. 

 

Da quanti anni vivi a Columbus? Dopo aver ottenuto il dottorato all’Universita’ di Padova nel 2008, sono partita per gli Stati Uniti precisamente Philadelphia presso il Kimmel Cancer Center dove sono rimasta 11 mesi. Nel frattempo ho ottenuto una nuova offerta dall’ Ohio State University a Columbus presso il laboratorio di uno dei piu famosi scienziati italiani all’estero il Prof. Carlo Croce. Sono quindi ormai 9 anni che vivo a Columbus Ohio.

 

Come mai hai deciso di andare in America? Per chi decide di intraprendere la strada della ricerca, un’esperienza all’estero e’ un passaggio molto importante nella formazione lavorativa personale. Finito il dottorato mi e’ stata data l’opportunita’ di andare a lavorare presso un laboratorio negli Stati Uniti: il mio sogno. La decisione e’ stata immediata e sono partita con lo zaino pieno di curiosita’, aspettative, desiderio di confrontarmi e di imparare e anche pieno di molte paure e timori. Iniziare una vita da sola in un luogo non familiare, lontano dagli affetti e con le difficolta’ iniziali della lingua prima di tutto e poi di un sistema lavorativo e assistenziale compleatmente diverso e’ sicuramente un passo fondamentale non solo a livello professionale ma anche personale e umano ma per realizzare il mio sogno io ho accettato la sfida perchè in Italia non sarebbe stato facile.

 

In Italia che facevi? In Italia ho conseguito la Laurea presso l’Universita’ di Padova in Scienze Biologiche e ho avuto l’opportunita’ di svolgere presso il CRO di Aviano il mio anno di internato per completare la mia tesi di laurea. Durante questo anno di lavoro ho imparato molte tecniche e ho acquisito un po’ di confidenza all’interno del laboratorio ma ho soprattutto capito che la ricerca era quello che desideravo fare nella mia vita. Quindi il passo successivo e’ stato quello di iscrivermi al Dottorato di Ricerca che dura tre anni, passati sempre nei laboratori del CRO di Aviano finanziata per 2 anni da una borsa di studio dell’AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro). In Italia studiavo il ruolo di una proteina chiamata p27, molto importante nelle regolazione del ciclo cellulare. Da questo studio ne è nata una pubblicazione scientifica dove io e i miei colleghi abbiamo dimostrato che, in un modello tumorale del sistema nervosa centrale come il glioblastoma multiforme nel quale l’espressione di p27 e’ solitamente molto bassa, la ri- introduzione di questa proteina comporta un arresto della crescita tumorale e una diminuzione della motilita’ cellulare, che sta alla base della formazione di metastasi.

 

A che progetto stai lavorando? Qui all’Ohio State University sto lavorando sotto la guida del Prof Carlo Croce, uno dei pionieri in campo oncologico nello studio di piccole mollecole di RNA non codificante per una proteina, chiamate microRNA. Queste piccole sequenze di RNA sono in grado di regolare e silenziare molti geni. In particolare, sto studiando il ruolo di una famiglia di microRNA coinvolta nella formazione e progressione di tumori ematologici come la leucemia linfatica cronica e la leucemia mieloide acuta. Per poter fare questo ho modificato il genoma murino in modo tale che il topo non fosse in grado di esprimere un particolare microRNA. Nel corso del tempo ho seguito la nuova colonia di topi geneticamente moficati. I risultati hanno portato alla scoperta che piu’ del 60% dei topi privi del microRNA sviluppano una forma indolente di leucemia linfatica cronica. Successivamente questi dati sono stai poi confermati analizzando dei preziossimi campioni prelevati da pazienti affetti da questa malattia. Questo studio ha permesso di individuare un ulteriore “player” nella formazione e nell’insorgenza della leucemia linfatica cronica. Capire la genetica ed eventualmente i possibili principali attori nell’insorgenza della malattia aumenta la possibilita’ di creare e nuovi farmaci o nuove molecule contro nuovi target.

 

Tuo marito fa il ricercatore.. vi siete conosciuti li? Columbus non e’ stata solo la citta’ che mi ha ospitato e mi ha permesso di lavorare ma e’ anche la citta’ che mi ha fatto incontrare mio marito, Fabio Chiara. Ci siamo conosciuti ad una cena jazz tra italiani, casualmente ci siamo seduti vicino e da quel giorno continuamo a condividere la nostra vita. Ora ci sono Giovanni (4 anni) e Mariastella (2 anni) a rendere piu’ movimentate, vivaci e allegre le nostre giornate.

 

Pensi di tornare in Italia? L’italia e’ un paese meraviglioso ci veniamo per le vacanze, poi chissà magari… per ora siamo qui.

 



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Alberta Bellussi
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