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19 marzo 2024

Vittorio Veneto

Fregona, Casa Amica in auto-isolamento dopo il primo caso di Covid

87 ospiti e 24 operatori con il direttore Bernardo in attesa dei test

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Fregona, Casa Amica in auto-isolamento dopo il primo caso di Covid

FREGONA. Pazienti e operatori di Casa Amica in auto-isolamento dopo che sabato è emersa la prima positività al coronavirus di un anziano che si trova ora ricoverato nell’ospedale di Vittorio Veneto e le cui condizioni cliniche sono al momento buone. Il personale che era in servizio nella casa di riposo della fondazione Maria Rossi ha deciso, sabato, di auto-isolarsi con tutti gli 87 ospiti (uno fino a lunedì aveva la febbre ed è stato isolato) in attesa che l’Usl 2, fra domani e giovedì, esegua a tutti – ospiti e 24 operatori – i test rapidi per verificare la presenza o meno degli anticorpi del virus. E fino a che i risultati non saranno noti, Casa Amica rimarrà in auto-isolamento.

 

Dentro alla casa ci sono il direttore Bernardo Franco, due infermiere, 14 oss, 3 addette alle pulizie, 3 cuoche e un amministrativo. «Per chiudere la struttura ho chiesto la disponibilità a tutto il personale in turno sabato di restare all'interno di Casa Amica a prestare il proprio servizio fino a quando verranno refertati i tamponi, per evitare che ci sia un avvicendamento durante i turni ordinari e il contagio possa diffondersi anche alle famiglie dei nostri operatori – afferma il direttore -. Lo ritengo un atteggiamento responsabile, ma preciso anche che questa scelta è stata accolta in maniera libera da ogni singolo dipendente e di questo devo sinceramente ringraziarli».

 

Ogni giorno il direttore con un video-messaggio dalla pagina Facebook di Casa Amica aggiorna il mondo esterno. «Stiamo tutti bene, il clima all’interno della struttura è sereno» riferiscono le infermiere. «Per tanti nonni noi siamo degli angeli e aiutarli nei loro bisogni ci aiuta a vincere questo momento difficile anche per noi perché lontane dalle nostre famiglie» testimoniano due operatrici. «Tutto il personale è molto motivato – racconta Bernardo raggiunto oggi al telefono – e nei momenti difficili è proprio vero che tutti danno il massimo». «Sto abbastanza bene – racconta Maria, 83 anni e da 8 ospite di Casa Amica -, ci siamo adattati alla situazione. Me la passo chiacchierando, guardando la tv e dormendo. Ho visto la guerra e credevo in vita mia di non vederne mai più, invece eccone un’altra contro un nemico invisibile. Ci vorrà parecchio tempo, ma la vinceremo, sì».

 

Il ponte con il mondo esterno, oltre ai video-messaggi su Facebook, è tenuto con le video-chiamate con i famigliari degli ospiti o con le classiche telefonate perché anche qui, da fine febbraio, le persone esterne non possono più mettere piede. «Abbiamo adottato all’interno tutte le misure tese ad evitare eventuali contagi, quindi distanze mentre gli ospiti pranzano o tra i letti e impossibilità di spostarsi nei piani, cosa che qualcuno, che era abituato a muoversi, non ha vissuto bene, ma è stata capita. Cerchiamo anche in questi giorni di tenere aggiornati i famigliari: oggi ad esempio la figlia di un nostro ospite, che ha una pasticceria, ci ha portato delle brioche e le ho fatto scrivere sul pacco il suo numero di cellulare, così poi la videochiamiamo» conclude il direttore.

 

E intanto, da fuori, tutti si sono stretti virtualmente ad ospiti e operatori di Casa Amica: numerosi i messaggi e gli attestati di stima, ma anche i doni per affrontare questo auto-isolamento.

 



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Claudia Borsoi

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