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24 marzo 2025

Esteri

Gennaio da record: è il più caldo della storia

Copernicus: temperatura media globale di 13,23 gradi, superata di 1,75°C l’era preindustriale

| Gianandrea Rorato |

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Gennaio da record: è il più caldo della storia

BRUXELLES (BELGIO) - Il gennaio 2025 è stato il più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 13,23 gradi, segnando un aumento di 0,79 gradi rispetto alla media del periodo 1991-2020. Lo ha comunicato il Copernicus Climate Change Service, sottolineando che il mese appena trascorso è stato di 1,75 gradi più caldo rispetto al livello preindustriale. Il dato conferma un trend allarmante: negli ultimi 19 mesi, per 18 volte la temperatura media globale ha superato di oltre 1,5 gradi il riferimento preindustriale. Anche l’intero periodo febbraio 2024 - gennaio 2025 ha fatto segnare un’anomalia di 0,73 gradi rispetto alla media 1991-2020 e di 1,61 gradi rispetto all’epoca preindustriale.

Europa sopra la media, ma con eccezioni

In Europa, la temperatura media sulla terraferma è stata di 1,80 gradi, con un’anomalia di 2,51 gradi rispetto alla media 1991-2020, seconda solo a gennaio 2020. Il caldo anomalo ha colpito in particolare il Sud ed Est Europa, inclusa la Russia occidentale, mentre temperature inferiori alla media hanno interessato Islanda, Regno Unito, Irlanda e Francia settentrionale.

Nord America e Oceania ai massimi, Stati Uniti più freddi

Anomalie termiche positive si sono registrate in Canada, Alaska e Siberia, così come in Sud America, Africa, Australia e Antartide. Temperature al di sotto della media, invece, in alcune aree degli Stati Uniti, Russia orientale, Penisola Arabica e Sud-Est asiatico.

Mari ancora troppo caldi

La temperatura media della superficie del mare a gennaio è stata di 20,78 gradi, il secondo valore più alto di sempre per il mese, inferiore di 0,19 gradi rispetto al record di gennaio 2024. Il Pacifico equatoriale centrale ha registrato temperature sotto la media, ma il settore orientale è rimasto più caldo, segnalando un rallentamento del passaggio a La Niña. In molti altri bacini oceanici, le temperature hanno continuato a restare insolitamente elevate.

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Gianandrea Rorato

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