ROMA - Arrivano i primi riscontri scientifici nel caso dei due corpi trovati senza vita a Villa Pamphili, a Roma: l’esame del DNA ha confermato che la giovane donna e la bambina di pochi mesi erano madre e figlia.

Le identità delle vittime restano ancora da accertare con precisione. La Questura di Roma ha diffuso le immagini dei tatuaggi presenti sul corpo della donna, invitando chiunque li riconosca a contattare il 112. Dopo la pubblicazione, sono arrivate alcune segnalazioni, ora al vaglio degli agenti della Squadra Mobile.
L’attenzione degli investigatori si concentra su due testimonianze: una cittadina avrebbe visto, la sera prima del ritrovamento, un uomo con una bambina in braccio all’interno del parco, vicino al luogo del ritrovamento. Un racconto simile arriva da tre minorenni, che hanno riferito di aver notato un uomo con un fagotto tra le braccia aggirarsi tra i viali di Villa Pamphili.

Le impronte digitali della donna sono state inviate anche all’estero per verifiche nelle banche dati internazionali, dopo che quelle italiane non hanno dato riscontri. Nel frattempo, la polizia ha effettuato nuovi sopralluoghi nel parco in cerca di elementi utili.
Dall’autopsia sulla donna non sono emersi segni di violenza, mentre sulla bambina sarebbero stati riscontrati segni compatibili con uno strangolamento o un colpo alla nuca. Sono stati disposti esami tossicologici per chiarire le cause del decesso della madre, i cui risultati sono attesi nelle prossime settimane.
La ricerca di testimoni e l’analisi delle segnalazioni proseguono, mentre le indagini si estendono anche oltre i confini italiani per dare un nome alle vittime e ricostruire le ultime ore prima della tragedia.

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