Girolamo Covolan: la passione per Leonardo Da Vinci e l’importanza della manualità

Ho avuto l’opportunità di intervistare Girolamo Covolan, autore del nuovo libro “Le macchine di Leonardo da Vinci. La catapulta e la balestra. Scienziati e inventori” e di parlare con lui della sua ultima “fatica” letteraria e della sua passione per il grande artista e inventore.
“Sono nato a Moriago nel 1948, ma la mia infanzia è stata segnata da una serie di trasferimenti. La mia famiglia si è spostata in Piemonte per il lavoro di mio padre, e poi siamo rientrati in Veneto quando avevo 12 anni. Ho frequentato le medie a Conegliano, dove ho avuto il privilegio di avere come professore di italiano il grande Andrea Zanzotto. Ricordo quegli anni con affetto, anche se non ero esattamente il miglior studente. Me la cavavo, ma non mi applicavo molto. Un aneddoto che mi è rimasto impresso è quando Zanzotto mi chiese di leggere la mia traduzione di un testo, e io, non avendola fatta, la improvvisai al momento. Lui se ne accorse e mi mise una nota, e io fui eletto "re degli asini" per quella settimana. Quell'esperienza mi insegnò una lezione importante. Mio padre mi disse: "Vedo che non ti piace studiare, quindi perché non provi a lavorare e poi decidi tu cosa fare?" Ebbene, ho fatto venti giorni di lavoro manuale e da quel giorno sono diventato il primo della classe. Negli anni a seguire mi sono diplomato in perito meccanico e laureato in statistica. Ho insegnato per parecchi anni educazione tecnica alle scuole medie accompagnato sempre da un consiglio che mio padre mi suggerì in un momento difficile della mia vita: “FAI QUALCHE COSA CHE SIA UTILE AI TUOI STUDENTI”. Era il 1997 quando, incuriosito da alcuni disegni di Leonardo da Vinci, iniziai a dare concretezza a quel suggerimento”.
Ci può parlare del suo nuovo libro?
“E’ un viaggio nella storia della scienza e della tecnologia, attraverso le macchine progettate da Leonardo Da Vinci. Mi sono concentrato sulla catapulta e sulla balestra, due macchine che rappresentano la genialità e l’ingegno di Leonardo”.
Qual è l’aspetto più interessante delle macchine di Leonardo Da Vinci?
“Erano incredibilmente avanzate per la loro epoca e alcune di esse sono ancora utilizzate oggi seppur in forma modificata. Il libro include dei gadget per costruire una catapulta e una balestra, ispirate ovviamente a Leonardo, proprio perché volevo offrire ai lettori la possibilità di esplorare la scienza e la tecnologia in modo pratico e divertente. Un viaggio nella storia della scienza, che va oltre la vita che passa e rimane”.
Perché Leonardo ci fa parlare così tanto di lui?
“Le sue opere sono state fatte in maniera che un domani qualcuno le leggerà. Leonardo faceva tutto non in maniera definitiva bensì incompleta, come se qualcuno dovesse poi completare la sua opera. La geometria non è altro che la matematica messa nella grafica. Perché Leonardo studiava la matematica? Perché era alla ricerca di una legge generale che guidasse il mondo e proprio la matematica è una scienza che ci guida a capire la realtà, senza mai capirla, ma si avvicina, come due rette parallele che non si incontrano mai ma si incontrano all'infinito. Su questa intuizione, ha pensato di fare la macchina nel moto perpetuo pur sapendo che il moto perpetuo non esiste. Potremo, parafrasando, dire: ”Anche se una meta è irraggiungibile, non aver paura, perchè è il percorso che conta, non è la meta”. “Su questa idea ho cominciato a pensare. Ho visto un gioco per bambini e ho iniziato a giocare e a immaginare come realizzarne uno fatto con le mie mani. Ho lavorato circa due anni sul progetto. Mi sono diplomato come perito e questo mi è servito per avere destrezza nel costruire e sperimentare. Tuttavia e nonostante, tante cose senza saperle mi riescono comunque. La mente è capace di mettere insieme cose che apparentemente non sono realizzabili, ma poi attuabili”.
Cosa ne pensa del mondo di oggi?
“Abbiamo trasformato il denaro in un organismo vivente che poi diventa talmente vivente che diventa più vivente dell’uomo. Questo sta succedendo. Non è colpa di nessuno, è colpa del sistema. Abbiamo trasformato il denaro in una persona e trasformeremo le persone in automobili. Invece dovremmo rimanere persone”.
Come ha lavorato per rendere il libro accessibile a chiunque? Quindi a un pubblico che non è specializzato come lei?
“Questo libro è stato realizzato per avvicinare le persone. Un adulto e una persona giovane lavorano assieme nella costruzione di questo “macchinario”, in un obiettivo di gioco”.
Quindi lei ha puntato sull'avvicinamento?
“Sì, succedono delle cose impensabili. Accade che il genitore o il nonno dica ma guarda questo figliolo sembra più bravo di me oppure che il nipote o figlio dica ma guarda questo signore che di solito non gioca ora lo fa con me e mi ascolta e mi dà importanza. Questo fatto di fare insieme le cose con un obiettivo comune, è un avvicinamento senza volersi avvicinare. È un avvicinamento non per volontà ma per naturalezza”.
Qual è il suo messaggio principale per chi acquista il suo libro?
“Che possa essere un'opportunità per le persone nello scoprire quanto valgono”.
Come crede che il suo libro possa contribuire a promuovere l'interesse per la storia della scienza e della tecnologia?
“Spesso dietro grandi invenzioni c'è il desiderio di giocare. E il modellino che si costruirà è un omaggio ad Archimede e Leonardo, due inventori che probabilmente nelle loro vite non hanno mai smesso di giocare. Sono orgoglioso di questo lavoro. Il magico gioco delle mani. Hai mai pensato quanto siano straordinarie le tue mani? Ti permettono di fare un'infinità di cose incredibili come disegnare, costruire, giocare. Molte dimensioni di Leonardo erano ispirate ai movimenti delle mani che considerava la miglior macchina esistente, strumento magico capace di comunicare e trasformare i pensieri in realtà. Favorirà anche il dialogo e la conoscenza reciproca. E ora giocaci quando vuoi, muovi la manovella e fai scorrere la sfera verso l'alto, lungo la coclea. Usando le mani puoi seguire le orme dei grandi artisti….”
L'intelligenza artificiale è poca manualità ed ingegno. Cosa ne pensa?
“L'intelligenza artificiale è il modo in cui si usa.E’ uno strumento meraviglioso, non si può non rinunciare, è una sintesi. Però già da adesso a scuola i ragazzi la usano per imbrogliare. Non c'è cosa peggiore di usare qualcosa ai fini di vizi e non di virtù. Intanto con le mie mani posso trasformare la mia energia in cose positive. Aver usato le mani vuol dire sapere che posso trasformare le cose. Io non posso prenderle trasformate, io posso trasformarle. È un'attitudine che ho nel privilegiare me stesso rispetto a quello che compro già fatto”.
Lei ha costruito anche venti macchine grandissime per la biblioteca Ambrosiana, arrivando anche a Singapore.
“Ho fatto il modello piccolo poi dei miei amici falegnami hanno riprodotto il modello in grande. Sono l'unico, credo, che ha costruito le macchine che hanno viaggiato con i disegni originali di Leonardo arrivando a Singapore nel 2014”.
“Ad oggi, mi sposto tra Conegliano e Cison, due posti che adoro e dove mi lascio abbracciare dalla semplicità e bellezza del paesaggio e della natura. Aggiungo che sono un po' disordinato, ma non mi annoio mai. Per me, la vera ricchezza è avere la possibilità di condividere la mia vita con amici e persone care”.
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