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18 aprile 2024

Nord-Est

Gloria ha 26 anni ma è già la salvezza di migliaia di mamme: ecco la prima intervista all’Ostetrica in Rosa

Nel giro di un anno e mezzo Gloria Scarpa ha conquistato il mondo del web

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

gloria scarpa ostetrica in rosa

VENEZIA - Le mamme fanno domande, lei risponde con storie, reel e post. All’epoca dei social la divulgazione scientifica si fa (anche) così, instaurando un filo diretto con i follower. Gloria Scarpa ha solo 26 anni, ma nel giro di un anno e mezzo ha conquistato il mondo del web: per tante donne incinte rappresenta infatti un’ancora di salvezza, un punto di riferimento competente e disponibile. Originaria di Chioggia, si è laureata in ostetricia a Padova e ha conseguito dei master a Milano. La sua avventura è partita nell’aprile del 2021, con una semplice foto scattata in spiaggia. In quel momento indossava già la famosa giacca rosa, quella in pochi mesi sarebbe diventata il suo brand. Oggi l’Ostetrica in Rosa ha 146 mila follower su Instagram, organizza eventi legati alla sua attività di divulgazione e sul web “raggiunge” 1 milione e 200 mila persone ogni 30 giorni.

 

Qualche anno fa ha deciso di lasciare l’attività di ostetrica “attiva” e di esercitare la libera professione. Gloria infatti non si dedica solo alla creazione di contenuti per i social: propone webinar, offre consulenze e incontra i propri pazienti in alcuni studi di Milano. Il suo successo è stato quasi istantaneo. “Ho iniziato ad aiutare le mamme sui social e nel giro di due settimane ho raggiunto tantissimi account – racconta la 26enne -. In un anno e mezzo è diventata la mia attività principale”. Le mamme (o i loro compagni) la contattano e le chiedono consigli, si rivolgono a lei per fugare dubbi e paure, e i suoi post nascono proprio da queste domande (“Un bambino può dormire a pancia in giù?”, “Quali farmaci posso assumere in allattamento?”, “Quando tornano le mestruazioni dopo il parto?”). 

Com’è nata l’idea della giacca rosa?

In realtà è stata una casualità, ma poi è diventato il mio brand. Ho sempre amato il rosa, è il mio colore preferito. Il nome del progetto è nato di conseguenza.

 

In un anno e mezzo hai pubblicato 700 post. Come nascono?

Reel, post e storie nascono dai messaggi che mi manda la gente. Come tutte le aziende, anch’io lavoro sulle necessità degli utenti. Le persone ottengono risposte alle loro domande e si identificano in me.

 

A cosa stai lavorando in questo momento?

Sto scrivendo un libro, un manuale femminile. Dovrebbe essere il primo di una collana…

 

Ricevi messaggi anche da uomini?

Sì, l’uomo si attiva soprattutto nel momento del pre-concepimento e nel periodo post-parto. Tanti fidanzati mi scrivono in direct: questo mi aiuta molto, perché mi fornisce un punto di vista diverso.

 

 

Parlaci un po’ del tuo pubblico…

Su Instagram mi seguono soprattutto donne che hanno tra i 26 e i 35 anni. Lì parliamo soprattutto di pre-concepimento e di gravidanza. Su Tik Tok ho un pubblico un po’ più giovane: lì tratto temi come la sessualità e la contraccezione.

 

Ti aspettavi tutto questo successo?

No, davvero. Però sono rimasta umile, il successo non mi ha dato alla testa. In realtà un po’ mi spaventa, perché è facile demolirlo in poco tempo. Ad ogni modo sono molto felice, perché la gente si identifica in me: in poco tempo ho raggiunto numeri che solitamente richiedono anni di lavoro. Sinceramente spero di raggiungere dati ancora più alti.

 

Hai anche degli haters?

Sì, ma non ho haters “da influencer”, non ricevo insulti. Però ho gli haters del mondo professionale, che probabilmente non riescono a capire le potenzialità di questa divulgazione. Poi ci sono donne che non si fidano al 100% e mi criticano, ma quello che dico è fondato scientificamente.

 

Vuoi dare qualche consiglio ai tuoi follower?

Bisogna filtrare le informazioni e riconoscere i professionisti, altrimenti si rischia di perdersi. Voglio anche rivolgere un appello ai miei colleghi: è fondamentale fare divulgazione scientifica, non bisogna limitarsi a dare consigli. Iniziamo ad essere un po’ troppi sui social: chi ci mette la faccia deve sapere quello che dice.

 


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