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20 aprile 2024

Montebelluna

Il grido di dolore da Montebelluna: “C'era un bel platano cavo. Abbiamo abbattuto il genius loci del sito”

Terrae Odorose biasima il taglio dell’albero secolare e l’agronomo difende il suo lavoro

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Il grido di dolore da Montebelluna: “C'era un bel platano cavo. Abbiamo abbattuto il genius loci del sito”

MONTEBELLUNA – Non è facile abituarsi ad una città che cambia soprattutto se il cambiamento è repentino come con il recente abbattimento di decine di alberi a Montebelluna. Senza entrare nel merito dei pro e contro va detto che tra questi giganti vedi c’era anche un secolare platano cavo a cui molti montebellunesi erano affezionati: molti da bambini ci hanno giocato e per tutti era il simbolo di quell’angolo di città. Ben comprensibile quindi il “grido di dolore” del gruppo Terrae Odorose da sempre attento al rapporto tra uomo e ambiente, guardando con interesse alle tradizioni popolari ed alle loro prerogative culturali.

 

“Montebelluna, tra ex INAM ed ex Centro Giovani. C'era un bel platano cavo. Abbiamo abbattuto il genius loci del sito. Primo non nuocere. È uno dei principi che si insegna per primo nelle facoltà di medicina. Dovrebbe valere anche per i politici e gli amministratori locali. Perché se privi un centro urbano dei suoi alberi, o non ne hai cura, nuoci alla salute dei tuoi concittadini”. Uno sfogo comprensibile che è apparso in questi giorni nei social dove però anche Claudio Corrazzin, l'agronomo che ha decretato gli abbattimenti degli alberi ha voluto dire la sua, invitando prima di tutto i montebellunesi a fare un accesso agli atti per leggere le sue perizie. “Ricordo che se un albero cade e uccide una persona il reato è omicidio colposo! D'altro conto non esiste nessun albero sicuro a prescindere ma esiste un livello di rischio accettabile che non è mai pari a zero e questo nelle perizie c'è scritto, come per ogni albero c'è una anamnesi, una diagnosi ed un prognosi, dimostrate con analisi e strumentazioni”.

 

Ma Corrazzin entra nel dettaglio della patologia degli alberi montebellunesi: “Purtroppo non c'è cura contro le infezioni di Ganoderma e tanto meno di Perenniporia. Le piante per un certo tempo possono convivere con i patogeni, oltre un certo limite l'albero diventa estremamente pericoloso, perchè perde ancoraggio o meccanicamente ha tessuti non sufficienti. Ci sono molte altre piante malate (Ganoderma principalmente) ancora in piedi, per le quali non si è decretato l'abbattimento, perchè l'infezione ha intaccato porzioni ridotte di tessuto legnoso, e sono comunque ancora "sufficientemente" stabili. I problemi di quegli alberi partono da lontano, dal momento in cui la pianta si infetta al momento in cui diventa pericolosa, possono passare molti anni... anche 10 o 15, e in genere sono sempre infezioni che partono su ferite (radicali)”. “Albero e parassita convivono... l'albero compensa le perdite di tessuti con accrescimenti compensativi... questo fino ad un certo punto, fino a quando ... un qualsiasi fattore di stress riduce la capacità reattiva della pianta e l'infezione prende il sopravvento.. Non è una materia dove si esprime una diagnosi a naso, ma si basi scientifiche. Poi si può dire tutto ed il contrario di tutto, ma sarebbe bello un confronto su basi scientifiche non sentimentali. Nessuno e tanto meno io (e chi mi conosce lo può confermare) se la gode a decretare un abbattimento. Prima di decretarlo si valutano tutte le alternative, sia da un punto di vista tecnico, che ambientale che paesaggistico che economico”.

 

Quindi le conclusioni: “Un albero in città, è un albero che cresce in cattività.. sottoposto a "stress" continui (scavi, danni meccanici, spazi ridotti, inquinamento, potature, ecc). questi stress continui lo rendono meno reattivo di un albero naturaliforme che cresce dove madre natura aveva previsto dovesse crescere (evoluzione).. cioè in bosco o in campi liberi. Hanno pertanto una vita media molto inferiore .. e la causa delle loro difficoltà, nella maggior parte dei casi è dovuta ad un parassita (con cui conviverebbe molto più a lungo in ambiente naturale) che ad un certo punto prende il dominio della situazione... Mi piacerebbe che le perizie fossero contestate tecnicamente, non sentimentalmente. Ma il mondo è bello perchè è libero e vario”. Notizie e precisazioni molto interessanti che giungono spontaneamente dall’agronomo che ha esaminato gli alberi e che di certo è un professionista preparato e competente. Chissà, forse se questi ragguagli scientifici e puntuali fossero giunti prima da parte delle istituzioni il rammarico dei montebellunesi sarebbe stato più contenuto? Ad ogni modo a prescindere dal recente taglio degli alberi va detto che da tempo diversi cittadini lamentano una scarsa attenzione al verde pubblico e un limitato impegno alla manutenzione, ed è in questo clima che si sono alimentati il malumore e le proteste, ma come ha di recente risposto il vicesindaco forse si tratta di avversari politici e non di cittadini che hanno a cuore Montebelluna. Forse.

 



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Ingrid Feltrin Jefwa

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