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25 aprile 2024

Treviso

Hbi, la startup trevigiana che trasforma in energia pulita e bio materiali i fanghi di depurazione

Basso, co-fondatore della startup di Quinto : "Entro il 2020 i primi impianti dimostrativi tratteranno circa 2mila tonnellate all’anno di fanghi”

| Isabella Loschi |

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fondatori Hbi

Da sin. Renato Pavanetto e Daniele Basso 

TREVISO - Energia pulita e bio materiali ricavati dai rifiuti. E’ questa l’ultima innovazione sviluppata dalla Hbi Srl, una startup innovativa trevigiana che lavora nel campo della green e circular economy, capitanata da Daniele Basso e Renato Pavanetto. Nata nel 2016, la start up trevigiana ha messo a punto una tecnologia innovativa in grado di trasformare i fanghi di depurazione delle acque in energia e bio-materiali rinnovabili.

“Il sistema integrato ideato e progettato da Hbi - spiega il presidente Daniele Basso - consente un rapido trattamento dei fanghi di depurazione ed una conseguente produzione di energia rinnovabile unita al recupero di biomateriali come ammoniaca e fosforo”.

L’innovazione tutta trevigiana ha attirato l’attenzione di due imprenditori del settore per il recupero e la valorizzazione delle risorse che con Hai condividono la missione di abilitare un ecosistema equo, sostenibile e che non necessita di fonti di origine fossile per soddisfare i propri bisogni: Roberto Alibardi, fondatore e presidente del gruppo del trattamento della plastica Aliplast di Istana e Domenico Greco, che hanno deciso di investire nel progetto.

“Grazie a questo investimento - spiegano i fondatori - la startup realizzerà la prima serie di impianti dimostrativi che saranno pronti entro il 2020 e tratteranno circa 2.000 tonnellate all’anno di fanghi”.  Gli impianti verranno installati presso il depuratore di Bolzano ed un altro depuratore in provincia di Venezia e permetteranno alle due municipalità di essere fra le prime realtà in Italia (e in Europa) in grado di valorizzare il proprio fango, con un sistema innovativo ad emissioni di CO2 nettamente inferiori alle attuali pratiche di smaltimento.

“Dopo anni di ricerca e sviluppo finalizzati ad ottenere una tecnologia che possa essere estesa a livello globale, siamo ora pronti per dare il nostro contributo per un mondo più sostenibile capace di sostenersi attraverso i principi dell’economia circolare” conclude Basso.

La start up nel 2017 aveva partecipato al concorso “China Italy Innovation Entrepreneurship Competition 2017” per aver creato un sistema in grado di trasformare gli scarti dell’industria agroalimentare in un bio-materiale, chiamato Greenpeat, utilizzabile sia come combustibile solido pulito ad alto rendimento, sia come condizionatore dei terreni, sia come materiale filtrante o carbone attivo rinnovabile.

 


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