HIV, a Treviso nel giorno di San Valentino test di prevenzione gratuito per tutti
L'infettivologa Rossi: "L’unico modo per scoprire la malattia in tempo utile, ed evitare di trasmetterla ad altre persone, è fare il test”
| Isabella Loschi |
TREVISO - Un semplice test gratuito e non invasivo per un gesto d’amore verso se stessi e per le persone a cui vogliamo bene. Lunedì 14 febbraio, nel giorno in cui si celebra la Festa degli innamorati, Anlaids, associazione impegnata nell’attività di sensibilizzazione e prevenzione sul tema dell’Hiv e della sieropositività, invita tutti i cittadini a partecipare al pomeriggio della prevenzione.
Dalle 16 alle 19 verrà offerto gratuitamente il test rapido per l’Hiv negli spazi del padiglione F1 di Malattie Infettive dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso (ingresso da via Scarpa, n.9).
“Ancora oggi nel nostro Paese resiste la convinzione che il virus dell’HIiv sia associato all’omosessualità o al consumo di droghe, e invece, i dati, evidenziano che sempre più spesso colpisce le coppie eterosessuali. Nel 90% dei casi l’Hiv si trasmette attraverso rapporti sessuali non protetti, la malattia non dà sintomi se non nell’ultima fase - spiega l’infettivologa Maria Cristina Rossi - . L’unico modo per scoprirla in tempo utile, ed evitare di trasmetterla ad altre persone, è fare il test”.
Per questo è fondamentale che lo screening rapido per l’Hiv venga eseguito dal maggior numero di persone. Un check-up che in pochi minuti restituisce un’informazione preziosa sulla propria salute. Potranno partecipare allo screening anonimo e gratuito tutti i cittadini maggiorenni, nonché i minorenni accompagnati dai genitori. Non serve la prenotazione. Nei 15 minuti che precedono il test è importante non bere, né mangiare.
“Proporremo un test assolutamente non invasivo e indolore, che consiste in un piccolo “cotton fioc” che viene strofinato sulle gengive. In quindici minuti si ha l’esito. Tutti i cittadini sono invitati a compiere questo atto d’amore verso se stessi e per le persone a cui vogliono bene» sottolinea Rossi. “Sapere precocemente di aver contratto l’Hiv consente di avviare tempestivamente la terapia farmacologica, evitando che l’infezione degeneri nella malattia dell’Aids”, conclude la dottoressa Rossi. “Grazie ai farmaci che abbiamo a disposizione chi è sieropositivo può condurre un’esistenza normale, può lavorare, innamorarsi, avere figli, rimanendo in salute e mantenendo una buona qualità della vita”.